mercoledì 13 maggio 2015

Oggi, nella rubrica del mercoledì, il nostro Ernesto ci delizia con un'altra delle sue perle di saggezza. 


SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA MEGLIO


Qui nella sala polivalente ad Runcfrèdd siamo ancora tutti emozionati per la romantica storia d’amore che ci ha appena raccontato Ernesto.
Sto per cominciare l’attività di ginnastica dolce quando qualcuno rompe il momentaneo silenzio e recita questa frase:
“La donna è una tenia terribile nel cuore dell’uomo, figlia della menzogna. Per mezzo della donna il diavolo ha trionfato su Adamo e gli ha fatto perdere il Paradiso”.
Indovinate un po’ chi ha preso la parola… Sì, ancora lui, Ernesto.
“E questa da dove l’hai tirata fuori?” gli faccio io.
“Lo dice il Corano e ha ragione!” esclama battendo il pugno sul tavolino della carrozzina, “Le donne sono delle matte, perdono il controllo della ragione. Ce l’hanno nel carattere!”.
Scusate l’ignoranza ma non so se quella frase esista realmente in qualche Scrittura né tantomeno se esista nel Corano.
Comunque gli domando un po’ provocatorio, “Tutte le donne sono così?”.
Lui ci pensa su e risponde, “Tutte tranne mia mamma, lei era buona, fedele e gentile!”.
“La mamma è sempre la mamma” e gli do una pacca sulla spalla, “Ma dimmi la verità, hai mai voluto bene a una donna che non fosse tua mamma? Brusèda a parte ovviamente” e gli strizzo l’occhio.
“Mmmm” riflette, “Io alla donna ci volevo bene solo quando avevo voglia di fare l’amore”.
“Viva la sincerità” interviene la signora Irma.
“Anzi una a cui volevo bene c’era… Forse”, Ernesto torna sui suoi passi.
“Chi era la fortunata?” domando.
“Maria, una forestiera, di Napoli, aveva due belle tette e due belle cosce. Si faceva la tinta, si truccava e portava sempre la gonna”.
“Almeno non era bruciata”.
Ernesto non coglie l’ironia, anzi noto che è sparito quel sorrisetto beffardo che sfodera quando parla di donne, e dice piuttosto serio, “A Maria volevo bene”.
“Cosa vuol dire per te voler bene?”.
“Avevo dei sentimenti di attaccamento, avevo voglia di vederla, di stare assieme, di farci l’amore. Poi mi ha chiesto di più e sono fuggito. Non volevo né matrimonio né figli, volevo essere libero”.
“Te ne sei pentito?”.
Ernesto abbassa lo sguardo come un bambino che è stato appena sgridato e fa, “Sì, perché adesso sono rimasto solo”.

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