lunedì 25 gennaio 2016


Eccoci con la nostra consueta rubrica del lunedì: per Aurora è tempo di scegliere la strada giusta.

LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?


“Secondo me ho il lato di mio padre” mi dice Aurora, una ragazza con grandi occhi celesti e l’apparecchio che le dà ancora l’aspetto di una bambina.
“Qual è il lato di tuo padre?” le chiedo.
“Quello negativo, quello che fa sempre la cosa sbagliata” e abbassa lo sguardo.
“E tu cos’hai fatto di sbagliato?”.
“L’anno scorso ho preso delle brutte strade, proprio come papà… non studiavo e giravo con dei ragazzi che si drogavano” mi dice con un sospiro.
“Papà ha preso delle brutte strade?” domando.
“Sì, ed è ancora in quelle brutte strade”, ora i suoi grandi occhi celesti si incupiscono, “E’ che papà pensando di fare la cosa giusta fa sempre quella sbagliata… proprio come facevo io”.
“Però di te mi stai parlando al passato”.
“Sì, perché quest’anno ne sono venuta fuori, ho mollato quelle compagnie, mi sono messa a studiare e ora sto con un bravo ragazzo” e i suoi grandi occhi celesti riprendono a scintillare.
Io le sorrido, “Brava Aurora, in realtà mi sembra che tu abbia avuto la forza e il coraggio di scegliere la strada giusta”.
“E’ perché dentro di me ho anche il lato di mia mamma, quello positivo. Mi dice che se capita qualcosa di sbagliato poi capita sempre qualcosa di giusto” e sorride anche lei.
“Tua mamma è molto saggia”.
“Proprio così” mi fa e poi si incupisce di nuovo, “Però vorrei una cosa…”.
“Quale, Aurora?”.
“Che anche mio padre scegliesse la strada giusta, ma so che non succederà mai”.

lunedì 18 gennaio 2016


Siamo prontissimi con la nostra rubrica del lunedì. Oggi qui allo Sportello ospito una coppia di ggiovani che mi spiega i segreti dei social.


LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?


Oggi qui allo Sportello Ascolto sono in due.
David, capelli a carciofo e acne, e Ayem, occhietti agili e sorrisetto furbo.
“Perché avete deciso di venire insieme?” chiedo.
“Perché tanto tra di noi non abbiamo segreti, lui sa tutto di me”, è Ayem a rispondere mentre David annuisce e tira fuori dalla tasca il cellulare.
“Vé, sono arrivato a cinquanta like in un’ora neanche” fa capelli a carciofo sbattendo il cellulare sul grugno dell’amico.
Occhietti agili sorride e lo sminuisce, “Io con una frase su ask sono arrivato a cento in mezz’ora”.
“Scusate se vi disturbo” intervengo, “sarei lieto se mi rendeste partecipe”.
“Ah sì sì, scusi prof, è che io e lui facciamo delle specie di gare”, è sempre Ayem a fare da portavoce.
“Ovvero?” domando.
“A chi ha più like… una volta sono arrivato a trecentosessanta” mi fa Ayem con un’aria molto soddisfatta, “Guarda qua se non ci crede prof” e mi mostra una foto a torso nudo in cui sfoggia i pettorali.
“Accidenti!” esclamo ammirato.
“Io sono arrivato a trecento”, anche David vuole rivendicare il suo successo sui social.
“Bravi ragazzi, io al massimo arrivo a tre” faccio un po’ sconsolato.
“E’ che bisogna avere le amicizie giuste” mi spiega Ayem.
“Io forse le ho un po’ sbagliate” mi rammarico.
“Si vede che le tue cose non interessano”.
“Forse hai ragione” sospiro, “Ma torniamo a noi, in queste gare che cosa si vince?”.
“Semplice prof, l’onore” e occhietti agili mi guarda come si guarda il più sfigato del gruppo, “più uno ha dei like, più ragazze può avere e più è considerato”.
“E per voi è importante?”.
“Importanteeee???” si scandalizza Ayem, “E’ fondamentale!”.

lunedì 11 gennaio 2016


Terminate le feste si ritorna alla nostra rubrica del lunedì in compagnia di Manuel e della sua storia a distanza.


 LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?


Manuel, sedici anni, occhiali grandi alla Clark Kent e orecchino nero sul lobo mi sta raccontando con la spavalderia di un vecchio lupo di mare le sue innumerevoli conquiste.
“Alla fine però penso solo a una” mi rivela a un certo punto.
“Chi è la fortunata?” gli domando.
Manuel sospira come se gli costasse fatica ammettere che anche un vecchio lupo di mare come lui possa soffrire per amore.
“Si chiama Alice ma c’è un piccolo problema… abita a Roma”.
“Quindi c’è un po’ di distanza”.
“Per la precisione trecentoventuno chilometri” sorride amaro il nostro Manuel.
“Li hai contati bene” gli dico.
“Eh già. Sai quante videochiamate ci siamo fatti da quando ci siamo conosciuti?”.
“No”.
“Centocinquantasette in tre mesi!”.
“Accidenti, le conti una a una, si sente che ci tieni. Ma fammi capire, quindi state insieme?” gli domando un po’ per provocarlo.
“Veramente no, siamo amici, ma…” e sembra quasi che il nostro vecchio lupo di mare si vergogni.
“Ma?”.
“Ma a me piace… e non so come dirglielo, per messaggio è un po’ squallido, vorrei parlarle faccia a faccia” si giustifica.
“E’ solo per questo che non ti sei ancora rivelato?” continuo un tantino a provocarlo.
“E ho un po’ paura che magari lei non provi le stesse cose e in questo caso ci rimarrei male anche perché si rovinerebbe l’amicizia”.
“Bé certo, quando subentra l’amore i rapporti cambiano”.
“Che poi se mi dicesse di no in realtà di ragazze ne avrei quante ne voglio”, ecco che il nostro Manuel ha un moto d’orgoglio.
“Quindi terrai dentro i tuoi sentimenti fino al giorno in cui la rivedrai?”.
“Perlomeno vorrei dirglielo quando sono più sicuro che sia un sì” ammette candidamente.
“Vuoi evitare rischi”.
Manuel ci pensa su poi fa, “Non proprio, anche perché se sapessi che ci sta sicuramente forse mi piacerebbe di meno”.