mercoledì 9 settembre 2015

Eccoci pronti con la consueta rubrica del mercoledì in compagnia dei nostri agguerriti vecchietti e dell'ultimo sanguinoso scopone scientifico.


SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA MEGLIO


Quarta, e ultima, parte


“Fermi tutti!” ha esclamato Ernesto sbattendo le carte sul tavolo dopo averle mischiate con un savoir faire da giocatore professionista.
Noi del pubblico allora ci siamo zittiti prontamente come se a parlare fosse un temuto professore dalla sua cattedra.
“La mia proposta è questa: se vince l’amico Fulvio avrà la cena pagata dal sottoscritto per una settimana intera, se invece dovessi vincere io, il mio avversario pagherà, stasera, a me e ai miei amici” e ci ha indicato, “una bella mangiata a base di piadina e salsiccia e ovviamente Sangiovese per tutti!”.
A quel punto, mentre la signora Giuliana alla parola salsiccia si era già ringalluzzita, il nostro ha teso la mano all’avversario e, dopo un attimo di esitazione, l’intrepido Fulvio con un sorriso beffardo ha accettato la proposta quindi ha aggiunto, “Allora prepara il bancomat caro Erni!”.
E se c’è una cosa che Ernesto non può sopportare è proprio quella di essere chiamato con quel nomignolo da checca, come dice lui. Una volta ha mandato a quel paese  addirittura la coordinatrice, che per fare l’amicona è solita chiamare i vecchietti per soprannome con quella vocina come se si rivolgesse a dei bambini di due anni, solo perché gli ha osato chiedere, “Erni come andiamo?”.
Così l’ultimo sanguinoso scopone scientifico è cominciato, e se da una parte il nostro maneggiava le carte con gli occhi di tigre, dall’altra Fulvio aveva stampato costantemente quel sorriso da pubblicità della Kukident.
A dir la verità io non conosco le regole dello scopone scientifico quindi non capivo con precisione cosa stesse accadendo. Gli unici parametri che potevo utilizzare per seguire l’andamento erano le esclamazioni del pubblico ma soprattutto le bestemmie da parte dei due sfidanti. E se Ernesto le utilizzava quando la situazione era sfavorevole, Fulvio, al contrario, le sfoderava per sottolineare una giocata vincente.
Era il momento decisivo, lo leggevo negli occhi dei due sfidanti e nelle espressioni raggrinzite dei tifosi, quando la signora Giuliana ha cominciato a massaggiarsi la pancia e mi ha annunciato che era in atto un traversone fulminante.
Un po’ come quando nel momento del rigore decisivo la mamma ti chiamava a mangiare, ho imprecato ma poi sono dovuto correre in bagno spingendo la carrozzina mentre la signora Giuliana ripeteva, “Non la tengo più!”.
E nel bel mezzo dell’evacuazione ho sentito provenire dal casinò a cielo aperto delle urla di gioia e un fragoroso applauso.
Chi aveva portato a casa la vittoria?
Quando sono riemerso dal bagno ho capito subito chi era il vincitore in quanto attorniato da signore con permanenti e rossetto sui denti che lo abbracciavano e da signori con gli orologi Casio e la barba fatta che si complimentavano… con chi se non con Ernesto!?!
Proprio così, aveva vinto lui e ora veniva portato in trionfo come un eroe. Vi assicuro che non l’avevo mai visto così felice, con quegli occhi lucidi di chi pensava “Ora posso morire in pace”.
Fulvio invece aveva perso la sua baldanza, ancora seduto lì a osservare le carte mentre biascicava qualche improperio come Dastardly dopo l’ennesima sconfitta.
Terminati i festeggiamenti, con la signora Irma che si lagnava perché voleva tornare a casa e Piero che ci provava pesante con una vedova, abbiamo mangiato piadina e salsiccia e brindato al vincitore.
Il viaggio di ritorno è filato liscio, si sono addormentati tutti come dei sassi, forse per il vino, forse per l’emozione. Anzi, liscio liscio no, perché la signora Giuliana è stata colta da uno dei suoi micidiali traversoni e abbiamo fatto il solito pit-stop. Indovinate dove? E’ ovvio, al bar dei cinesi.

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