SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA MEGLIO
Quarta, e ultima, parte
“Fermi tutti!” ha
esclamato Ernesto sbattendo le carte sul tavolo dopo averle mischiate con un
savoir faire da giocatore professionista.
Noi del pubblico allora
ci siamo zittiti prontamente come se a parlare fosse un temuto professore dalla
sua cattedra.
“La mia proposta è
questa: se vince l’amico Fulvio avrà la cena pagata dal sottoscritto per una
settimana intera, se invece dovessi vincere io, il mio avversario pagherà,
stasera, a me e ai miei amici” e ci ha indicato, “una bella mangiata a base di
piadina e salsiccia e ovviamente Sangiovese per tutti!”.
A quel punto, mentre la
signora Giuliana alla parola salsiccia si era già ringalluzzita, il nostro ha teso la mano all’avversario e,
dopo un attimo di esitazione, l’intrepido Fulvio con un sorriso beffardo ha
accettato la proposta quindi ha aggiunto, “Allora prepara il bancomat caro
Erni!”.
E se c’è una cosa che
Ernesto non può sopportare è proprio quella di essere chiamato con quel
nomignolo da checca, come dice lui.
Una volta ha mandato a quel paese
addirittura la coordinatrice, che per fare l’amicona è solita chiamare i vecchietti per soprannome con quella
vocina come se si rivolgesse a dei bambini di due anni, solo perché gli ha
osato chiedere, “Erni come andiamo?”.
Così l’ultimo sanguinoso scopone scientifico è
cominciato, e se da una parte il nostro
maneggiava le carte con gli occhi di tigre, dall’altra Fulvio aveva stampato
costantemente quel sorriso da pubblicità della Kukident.
A dir la verità io non
conosco le regole dello scopone scientifico quindi non capivo con precisione
cosa stesse accadendo. Gli unici parametri che potevo utilizzare per seguire
l’andamento erano le esclamazioni del pubblico ma soprattutto le bestemmie da
parte dei due sfidanti. E se Ernesto le utilizzava quando la situazione era
sfavorevole, Fulvio, al contrario, le sfoderava per sottolineare una giocata
vincente.
Era il momento decisivo,
lo leggevo negli occhi dei due sfidanti e nelle espressioni raggrinzite dei tifosi, quando la signora Giuliana ha
cominciato a massaggiarsi la pancia e mi ha annunciato che era in atto un traversone fulminante.
Un po’ come quando nel
momento del rigore decisivo la mamma ti chiamava a mangiare, ho imprecato ma
poi sono dovuto correre in bagno spingendo la carrozzina mentre la signora
Giuliana ripeteva, “Non la tengo più!”.
E nel bel mezzo
dell’evacuazione ho sentito provenire dal casinò a cielo aperto delle urla di
gioia e un fragoroso applauso.
Chi aveva portato a casa
la vittoria?
Quando sono riemerso dal
bagno ho capito subito chi era il vincitore in quanto attorniato da signore con
permanenti e rossetto sui denti che lo abbracciavano e da signori con gli
orologi Casio e la barba fatta che si complimentavano… con chi se non con
Ernesto!?!
Proprio così, aveva
vinto lui e ora veniva portato in trionfo come un eroe. Vi assicuro che non
l’avevo mai visto così felice, con quegli occhi lucidi di chi pensava “Ora
posso morire in pace”.
Fulvio invece aveva
perso la sua baldanza, ancora seduto lì a osservare le carte mentre biascicava
qualche improperio come Dastardly dopo l’ennesima sconfitta.
Terminati i
festeggiamenti, con la signora Irma che si lagnava perché voleva tornare a casa
e Piero che ci provava pesante con una vedova, abbiamo mangiato piadina e
salsiccia e brindato al vincitore.
Il viaggio di ritorno è
filato liscio, si sono addormentati tutti come dei sassi, forse per il vino,
forse per l’emozione. Anzi, liscio liscio no, perché la signora Giuliana è
stata colta da uno dei suoi micidiali
traversoni e abbiamo fatto il solito pit-stop. Indovinate dove? E’ ovvio, al
bar dei cinesi.
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