CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI
Primo tempo
Scendi
dall’autobus spintonato da una torma di licantropi quindicenni che ululano
dietro a una ragazza con gli occhi verdi e due tette spaziali.
Sono patetici, pensi.
Ti
senti un alieno perché non fai apprezzamenti e non elenchi le posizioni in cui
te la faresti. In prossimità dell’entrata ti si fa incontro Rondoni tutto
trafelato. Senza nemmeno salutarti comincia a frugarti nella cartella come un
cane randagio nella spazzatura finché non addenta
il tuo quaderno di latino. A quel punto si appoggia al muretto per copiare la
versione. Stavolta l’hai fatta da schifo, anzi l’hai lasciata a metà, ma sono
cavoli suoi, pensi.
Il
Grande Progetto ti occupa la mente e ti risucchia la concentrazione, non c’è
spazio per quelle stupidissime versioni.
Mentre
attraversi l’atrio e saluti Germano, il bidello, che come tutte le mattine si
sta sbucciando un’arancia, ti sale l’angoscia e cominci a pensare che sarebbe
meglio lasciar perdere.
Forse sto facendo una cazzata, soppesi.
Eppure
fino a ieri eri sicuro di te, inflessibile.
Sulle scale incontri Ambra. Con i suoi occhi buoni da Bambi e
l’aria ostinatamente distratta, sembra che sia appena precipitata da un’altra
galassia. Lì al Liceo tutti la considerano una svitata ma in realtà tu sai bene
che è solo un tantino originale e forse un po’ troppo sensibile per il pianeta
terra.
Stanotte
vi siete messaggiati fino all’una e tu hai trovato il coraggio di rivelarle il
Grande Progetto. Non ti ha dato dello stupido
e non ha cercato di fermarti. Ti ha capito come non ti capirebbe nessuno.
Ora
ti domanda per l’ultima volta se sei davvero convinto, ti sussurra un po’
imbarazzata che per te ci sarà sempre quindi ti butta le braccia al collo e ti
riempie di baci.
Entri
in classe, ti rintani nel loggione, da una parte c’è Rondoni che ti maledice
perché hai fatto una mezza versione senza senso e dall’altra Gordon che
scarabocchia il banco con la cancellina.
Ti
scappa un sorriso malinconico mentre pensi che ti mancheranno quelle quattro
stronzate con gli amici. Ma neppure quelle possono alleviare il tuo tormento.
Qui,
in questo ambiente, in questa città, ti senti soffocare come se ti avessero
infilato la testa dentro a una busta di nylon.
Quando
suona la campanella ecco che appare la professoressa Gargolla, più minacciosa
di uno spirito maligno.
Entra
spregiudicata e spocchiosa, già sgradevole di prima mattina. Produce la solita
inutile battuta ed è subito pronta a interrogare, per non perdere un solo
secondo. Passa e ripassa il registro con gli occhialini sul naso e
l’espressione luciferina.
Il
buon Giacomo Guidi si propone volontario, per oggi almeno ti potrebbe salvare,
ma tutto è già scritto.
“Guidi,
lei ha la media dell’otto, cosa viene a fare? Tanto poi ce l’abbiamo già il
nostro abituale volontario” e sfoggia una smorfietta famelica.
“Davide
Brini!” bercia strafottente, “Lei è il volontario perfetto!”
Qualche
burattino in platea la compiace con una risata a comando.
Strisci
la sedia sul pavimento quindi ti alzi con una lentezza biblica. Sai bene che il
tuo atteggiamento ha già mandato in bestia la Gargolla ancor prima di
cominciare l’esecuzione.
Mentre
ti avvii verso la ghigliottina senti colare
nello stomaco una rabbia orrenda. Ti immagini i modi più efferati per renderla
focomelica.
Cerchi
di mantenere i battiti al minimo, in fondo sei un provocatore, non un
maleducato.
Lei
però inizia il suo show.
Continua...
Vi aspetto venerdì prossimo per il "secondo tempo", stesso giorno, stesso posto, stesso blog.
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