Eccoci puntualissimi con la nostra rubrica del
venerdì in compagnia di Geki, suo padre, l’osservatore del Cesena e un terzino
della categoria macellai.
CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI
Terza,
e penultima, parte
Le squadre sono
finalmente schierate sul rettangolo di gioco e mentre l’arbitro controlla che
non ci siano buchi nelle reti Geki con il numero dieci sulle spalle e la fascia
di capitano al braccio saltella sul posto per tenersi caldo. Come da rito,
prima del fischio d’inizio, individua il terzino avversario che incrocerà sulla
sua fascia e ne studia le caratteristiche fisiche come Mendel i piselli,
immaginando che tipo di giocatore potrebbe essere. Il dirimpettaio di oggi, che non ha mai visto prima, è un brevilineo,
un po’ tracagnotto, e porta i capelli rasati a zero. Ha appena sputato per
terra e nell’attesa del fischio arbitrale, tanto per passare il tempo, si
trastulla il pisello da sopra i pantaloncini. Così ad occhio e croce Geki lo
archivierebbe nella sezione dei macellai,
quei giocatori con i piedi a ferro da stiro che per tutta la partita cercano di
affettarti polpacci e caviglie e che, come dice suo padre, ti seguono anche in
cesso.
A proposito di papà, è
seduto sui gradoni della tribunetta e fuma nervosamente, neanche fosse la
finale dei Mondiali. Al suo fianco l’osservatore del Cesena sta parlando al
cellulare. E mentre l’arbitro fischia l’inizio delle ostilità Geky sente salire
l’ansia.
Strano, ma dopo venti
minuti ha già il fiato corto e i polpacci molli come se qualcuno gli avesse
succhiato via tutte le energie. E quando per l’ennesima volta il macellaio non abbocca alle finte e gli
scippa il pallone si domanda, che diavolo
mi sta succedendo?
Ovviamente anche il
signor Benni si rende conto che oggi Geki non c’è con le gambe ma soprattutto
con la testa, e, rivolgendosi all’osservatore che nel frattempo sta prendendo
appunti su un block notes, cerca di giustificarlo, “Purtroppo ha avuto 39 di
febbre proprio ieri ed è sotto antibiotico”. Subito dopo, all’ennesimo
contrasto perso dal figlio, scatta in piedi e urla, “Eddai cazzo, tira fuori le
palle!”.
Poi verso la fine del
primo tempo ecco che Geki riesce a liberarsi dalla morsa del macellaio con uno splendido doppio passo
e si invola verso la porta. Sta per entrare in area quando il macellaio rinviene e si getta in
scivolata colpendo con i suoi tredici tacchetti la caviglia del numero 10.
Mentre l’arbitro fischia la punizione dal limite e sventola il cartellino
giallo al terzino, Geki si rotola a terra tenendosi la caviglia.
Il signor Benni allora
si fionda come una furia verso il reticolato che delimita il campo e comincia a
gridare con la vena del collo che pulsa, “Arbitro cornuto è rigore!” quindi
rincara, “Somaro!”.
Si girano tutti verso di
lui, giocatori, guardalinee, dirigenti e allenatori. Tutti tranne Geki che
rimane a terra dolorante.
Dopo l’intervento del
fisioterapista e una spruzzata di ghiaccio spray riesce a rimettersi in piedi
ma la caviglia si è gonfiata e deve rinunciare a quella punizione dal limite,
uno dei suoi pezzi forti.
Calcia Manuel, alle
stelle, e subito dopo l’arbitro fischia la fine del primo tempo.
A bordo campo il signor
Benni continua a urlare come un invasato, “Somaro!”.
Nello spogliatoio,
durante l’intervallo, Geki prova a saltellare ma la caviglia fa un male cane.
Il mister Gianni che lo sta osservando già da un po’ per capire le sue
condizioni gli si avvicina, gli appoggia una mano sulla spalla e chiede, “Te la senti di continuare?”.
“Certo mister” risponde
Geki ostentando sicurezza.
“Guardami negli occhi”
insiste Gianni, “sei sicuro?”.
“Giuro! Tutto a posto!”
ed esce dallo spogliatoio cercando con tutte le sue forze di non zoppicare.
Lo so che vi lascio di
nuovo con l’amaro in bocca ma scoprirete l’esito della partita solo nella
prossima puntata. Stesso giorno, stesso posto, stesso blog!
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