Eccoci
arrivati alla rubrica del venerdì in compagnia di Davide e del suo Grande
Progetto.
CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI
Secondo, e penultimo, tempo
La
simpatica professoressa Gargolla ti
detta un’equazione impossibile quindi si alza dalla sedia e ti pianta addosso
il suo sguardo più fetente. Pensi, inquietato, che sia l’unico essere umano a muovere gli occhi avanti e
indietro contemporaneamente come il camaleonte di Parson.
Sei
sporco di gesso e perdi il filo dei pensieri mentre ti dice che se non riesci
nemmeno stavolta a risolvere l’equazione si mette a ballare la Mazurka nel corridoio.
E
non scherza visto che l’altro giorno si è dilettata con la Polka.
“Me
lo sono sempre chiesta cos'è venuto a fare qui al Liceo… quelle di Brini sono
braccia rubate all’agricoltura” sentenzia mentre passeggia su e giù per la
classe con le mani intrecciate dietro la schiena.
Intanto
qualche buon’anima tenta di suggerirti, ma non la ascolti, anzi, non la vuoi
ascoltare. Vuoi vedere fino a che punto riesce a spingersi.
E’
una sfida tra te e lei.
Lo
spirito maligno è di parola, tu
quell’equazione non riusciresti a risolverla nemmeno in un’altra vita e allora
lei si dirige in corridoio a passo di danza come se uno stereo suonasse la Mazurka di periferia.
A
un certo punto dici basta, questa
pantomima deve terminare.
Non
sei mai stato così convinto, per quindici anni hai abbassato lo sguardo di
fronte ai genitori, ai professori e all’allenatore. La verità è che ti hanno
sempre considerato un buono a nulla e questa etichetta te la sei portata
dietro, fino ad oggi.
Ti
dirigi, come se fosse la cosa più normale del mondo, verso il tuo banco mentre
una pletora di sguardi increduli segue le tue mosse.
Ti
infili il giubbotto di jeans e lo zaino quindi ti incammini verso il corridoio
dove la Gargolla sta volteggiando come Carla Fracci appena colta da un ictus.
La sua performance si interrompe bruscamente quando ti vede pronto per uscire.
“Brini,
che sta facendo?” quasi non crede ai suoi occhi da camaleonte, “Vada a fare
subito quell’equazione! Se fa un altro passo perde l’anno quantèveroiddio!”
Decidi
di abbandonare il tuo aplomb e farfugli una frase in modo che ti possa sentire,
“Cazzo me ne frega…”.
Quelle
parole sono veramente uscite dalla
tua bocca e ora non possono più tornare indietro.
“Cosaaa???”
la Gargolla ha una specie di attacco di cuore.
“Cazzo
me ne frega” scandisci meglio mentre la fissi, cannibale, negli occhi.
“E
poi sa cara professoressa cosa penso io di lei?” continui alzando la voce, “Che
è solo una zitella frustrata di mezza età, che non se la scopa più nessuno!”.
La
frase filtra forte e chiara fin dentro la classe. I tuoi compagni con la bocca
aperta e gli occhi sgranati a stento trattengono la risata e nello stesso tempo
pensano che sei fregato.
La
Gargolla, dopo qualche istante, si riprende dallo shock, il suo viso assume le
sembianze trasfigurate del ciclope colpito all’occhio dall’infallibile lancia
di Ulisse.
Il
suo sistema nervoso centrale è in cortocircuito.
“Dal
preside!!! Con questo Liceo ha chiuso!!!”, un grido rauco, distorto, da
indigena.
“E’
vero professoressa, con questo liceo ho chiuso… E PER SEMPRE!”.
Improvvisamente
nell’aula rimbombano delle risate e uno strisciare febbrile di sedie. La
Gargolla si affaccia alla porta e urla, “State seduti! Anche tu e tu dal
preside!”.
Tu
corri a passi lunghi nel corridoio mentre si aprono le porte delle aule da cui escono professori allarmati. Ti fiondi fuori dalla scuola mentre il
bidello ti urla dietro di fermarti.
Finalmente
sei libero e ora non ti importa di ciò che succederà, vuoi solo fuggire e
perderti nei campi di girasoli.
Insegui
un autobus fino alla fermata.
“Va alla stazione?” domandi, con il fiato corto, al conducente.
Lui risponde di sì e tu sali.
Non potete assolutamente
perdervi il terzo e ultimo tempo di questo breve racconto. Quindi vi aspetto
numerosi anche venerdì prossimo, stesso giorno, stessa posto, stesso blog.
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