lunedì 21 settembre 2015

Eccoci arrivati alla consueta rubrica del lunedì in compagnia di Marcos.



LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?



Quando, con lo sguardo, ho seguito Marcos nel breve tragitto tra la porta dello Sportello Ascolto e la sedia ho pensato subito che non avesse la minima voglia di avventurarsi in un colloquio con il sottoscritto. Occhi a mezz’asta, postura lievemente ingobbita e andatura caracollante.
E invece nonostante quell’apparente indolenza mi dice che ha bisogno di sfogarsi perché qua a scuola ha pochi amici e in generale pensa che i ragazzi della sua età non possano capire i suoi tormenti.
“Dottore” esordisce, ma prima che possa continuare lo interrompo, “Mi fa un po’ strano se mi chiami dottore, chiamami T.” e gli sorrido.
Marcos annuisce e prosegue, “T., è inutile girarci intorno, il problema è mia mamma”.
“Spiegami bene” annuisco.
“E’ una donna lunatica, un giorno mi abbraccia e mi bacia, il giorno dopo non fa altro che insultarmi”.
“Per quale motivo ti insulta?”.
“Per tutto, per la scuola, per il disordine, perché sono cambiato in male e perché non mi confido con lei. Sì, proprio così, si arrabbia perché dice che non sa più niente di me e non mi capisce più”.
“In passato ti confidavi con lei?” gli domando.
“Sì, siamo quasi sempre stati io e lei, mio padre infatti per dei mesi stava, e sta, fuori per lavoro, e prima parlavamo tanto ma ora è diverso”.
“In che senso è diverso?” investigo.
“Dice che sono diventato arrogante e per ogni cavolata scatto. E poi a dir la verità adesso non mi va per niente di parlare con mamma delle mie cose private”.
“Quindi mamma forse ha ragione quando dice che sei cambiato”.
Marcos ci pensa su quindi con un bel sospiro mi fa, “Certo, vorrei vedere, ormai ho sedici anni! E poi è vero che sono diventato arrogante ma è colpa sua che mi stressa… anche se ammetto che fare il genitore non è facile per niente soprattutto con un figlio come me” e ride di gusto.
“Interessante” intervengo io, “spiegami bene”.
“Io non ho un carattere facile, sono bello tosto ma anche lei non si capisce cosa pretenda da me, sembra che mi voglia più autonomo ma poi si preoccupa se lo divento. Eccheppalle!”.
“E’ sì, non è facile il mestiere del genitore”.
“Per niente” conferma Marcos, “e poi non basta mamma, c’è anche nonna che rompe all’ennesima potenza. Lei sì che pensa ancora che sia un bambino! Mi sta appiccicata come quando andavo alle elementari, sempre a chiedermi cosa voglio da mangiare, se ho dormito, studiato, messo a posto la camera, echeppalle!”.
“E tu?”.
“Io mando tutti a quel paese e mi rintano in camera con la musica a tutto volume così nessuno mi rompe più”.
“Funziona?”.
“A volte sì, a volte no” e sorride.

Nessun commento:

Posta un commento