venerdì 22 maggio 2015

Eccoci alla rubrica del venerdì. Il nostro Liceale verrà definitivamente friendzonato? 


CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI

Secondo tempo


Oggi la parabola della mia schizofrenia è in picchiata verso una preoccupante fase down. Vi chiederete come mai visto che solo qualche giorno fa ero nella pienezza della fase up.
La ragione è molto semplice, sono passati sei giorni dal bacio e non ho ancora avuto il coraggio di chiedere a Luna se stiamo insieme. In realtà se fosse per me sarebbe sottinteso il , visto che sarò anche vecchio stampo ma nel mio codice deontologico se porto al cinema una ragazza e poi ci baciamo, per la proprietà transitiva è come se fossimo insieme.
Il problema è che Luna da domenica è cambiata, nel senso che sembra più distaccata. Per esempio, fino alla scorsa settimana, durante l’intervallo avevamo un rito: sederci sulla cattedra della bidella, parlare del più e del meno, soprattutto della scuola, e prendere un po’ in giro gli elementi più sfigati che ci sfilavano davanti.
In queste mattine, invece, al posto di Luna mi sono ritrovato vicino la bidella Orietta con mela, taglierino e alito nucleare e anche lei, talmente abituata a vederci insieme, infieriva, “A quella Luna l’hai fatta scappare via?”.
“Fatti i cazzi tuoi” ho bofonchiato tra i denti continuando a rimanere lì, come un fesso, ad aspettarla, ovviamente invano.
Così mercoledì all’intervallo ho preso coraggio e mi sono avventurato nella sua classe. Era lì che rideva e scherzava con la Sere e la Vero, compagne che non ha mai cagato in vita sua, e quando mi ha visto è sembrata imbarazzata. Le ho fatto cenno di raggiungermi un attimo e poi le ho chiesto se ci potevamo vedere nel pomeriggio ché le dovevo parlare di un fatto molto serio.
“Addirittura molto serio!” ha esclamato con un sorriso un po’ forzato, “E’ che con il fatto del polline e dell’allergia non sto tanto bene… Magari domani”.
Il giorno dopo, stessa scena, ma motivazione diversa: “Ho un sacco di verifiche in questi giorni e i miei non mi fanno uscire” e stavolta Luna mi è sembrata molto sbrigativa.
Questa situazione sta cominciando a pesarmi, odio rimanere nel limbo, come scriveva Dante “Tra color che son sospesi”, e continuo a chiedermi come quel bacio piuttosto che avvicinarci ci abbia allontanato. O perlomeno abbia avvicinato me e allontanato lei.
Così ora, in questo sabato pomeriggio di inizio maggio, con la cornetta in mano e i Generali che continuano a ronzarmi intorno, sto per telefonare a Luna. La inviterò sulla panchina dei giardini Savelli, la stessa su cui ci siamo baciati, contando sulla scaramanzia: magari lì, in quell’atmosfera magica, le torna il desiderio di baciarmi. Magari, appunto.   

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