LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?
Parte seconda
Rihab mi fissa con i
suoi occhi color petrolio e mi dice, “Sabato ho visto Abdul, non sono ancora
riuscita a lasciarlo ma questa settimana mi è servita per capire tante cose”.
“Raccontami”.
“Vuole che rimaniamo
insieme e che io lo segua nel percorso di fede”.
“Cosa significherebbe
per te seguirlo?”.
“Vorrebbe che mettessi
il velo, che non mi truccassi e non uscissi più con le amiche perché dice che
sono troppo occidentali… Ma non sarebbe la mia vita”.
“E tu gliel’hai detto?”.
“Non ne ho avuto il
coraggio ma poi…”.
“Ma poi?”.
“Poi quando sono salita
sul tram avevo il solito nodo alla gola e sono scoppiata a piangere da sola
come una scema mentre le persone mi guardavano con due occhi così. E in quel
momento, non so perché, mi sono accorta che Abdul era morto…” e si lascia
andare a un lungo sospiro.
Rimaniamo qualche
secondo in silenzio a fissarci poi mi fa, “Ricordi che nella scorsa seduta mi
hai chiesto se ero cambiata?”.
“Certo che ricordo”.
“Ecco, in questa
settimana ho sentito chiaramente di essere cambiata”.
“Nel senso?”.
“Non avevo voglia di
scrivergli e se lui non mi scriveva non mi interessava più e non mi
interessavano nemmeno le sue coccole. Sabato per esempio dopo tanto tempo mi ha
abbracciato e mi ha detto, io non posso
tornare quello di prima ma voglio stare con te per tutta la vita, e mentre
mi stringeva mi sentivo distaccata come se non fossi lì e guardassi la scena da
fuori”.
“Hai raggiunto delle
nuove consapevolezze”.
“Credo proprio di sì” e
accenna un sorriso malinconico, “E adesso sono anche arrabbiata con lui”.
“Per quale motivo?”.
“Ho capito che in questi
ultimi mesi mi ha fatto perdere tante cose ma soprattutto mi ha rubato la
felicità, il mio sorriso interiore, ma ora…”.
“Ma ora?”.
“Ma ora sono pronta a
lasciarlo, sul serio!” esclama con uno sguardo deciso che non le avevo mai
visto prima.
Ancora un po' di pazienza e nella prossima puntata scoprirete se Rihab avrà davvero il coraggio di lasciare Abdul oppure se tornerà sui suoi passi.
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