venerdì 2 ottobre 2015

Eccoci pronti con la rubrica del venerdì e con il capitolo conclusivo del “nostro” breve racconto.


CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI


Terzo, e ultimo, tempo






Ansimi ancora quando l’autobus riparte e mentre cerchi un seggiolino vuoto incroci lo sguardo vispo di una bambina con un foulard colorato che le fascia la testa. Avrà ad occhio e croce dieci anni.
“Ti siedi vicino a me?”, ti domanda in un modo così semplice e ingenuo che tu le rispondi sorridendo, “Certo, volentieri”.
La bambina si fa chiamare Dorothy, ha la pelle bianchissima e due occhi celesti, furbi e schietti.
“Ascoltiamo un po’ di musica insieme?” chiede porgendoti un auricolare dal suo ipode rosa.
Sono le nove e la luce è quella del mattino, in primavera, su Cesena.
Lei ora è poggiata al vetro del finestrino, ogni tanto ti guarda e ti sorride, è una bambina dolce, e pensi che ti piacerebbe se fosse tua sorella.
Ti soffermi sui suoi lineamenti delicati e scopri che non ha le sopracciglia ma solo due lembi di pelle bianca e tenera. Poi le fissi i polsi, sono così sottili e fragili che potrebbero spezzarsi al primo soffio di vento.
A un certo punto ti dice che vorrebbe dedicarti una canzone e ti regala uno dei suoi soliti sorrisi. Ti fa sentire "Non l’hai mica capito" di Vasco Rossi ed è contenta quando si rende conto che la conosci e la canticchi a bassa voce. E a te sembra così bello che una bambina ascolti Vasco Rossi, intendi questo genere di canzoni di Vasco Rossi.
Subito dopo passa “Albachiara” e tu guardi Dorothy che ora osserva le colline verdi di Cesena, con un mezzo sorriso indelebile, stampato sulla faccia come un sottofondo.
Deve avere pensieri buoni di continuo, forse solo una bambina ce la può fare. E quando i tuoi occhi registrano l'impressione visiva del foulard variopinto insieme alla maglietta rosa semplice e al jeans un poco scolorito, pensi che le bambine di dieci anni sedute così, al sole, ingenue e delicate, sono delle Albechiare tutte, tutte quante.
All’improvviso ti chiede perché non sei a scuola con una curiosità pacifica e tu un po’ imbarazzato le dici che certe persone ti hanno fatto arrabbiare e hai deciso di andartene via.
Ti fa notare come non si possa scappare da scuola perché poi i genitori si preoccupano.
Preferisci sviare e le chiedi cosa ci fa lei, alle nove di mattina, sull’autobus, ad ascoltare Vasco Rossi.
“Sto andando a fare le cure con mia mamma” ti dice Dorothy indicando una donna dimessa, sui quarant’anni, che se ne sta seduta nel posto a fianco. Ha gli occhi gonfi, sofferenti, e sfoglia dei fascicoli, forse dei referti.
Dorothy ti dice di non fare caso a mamma, “E’ sempre così nervosa da quando mi sono ammalata”.
Prima che tu le possa rivolgere qualunque tipo di domanda ti chiede dove stai andando.
“Vado in Maremma dai miei zii, a coltivare i girasoli”.
“Adoro i girasoli, vorrei tanto venire con te!” esclama con gli occhi sognanti.
“Magari un giorno mi raggiungi” e le fai l’occhiolino.
Nemmeno questa volta ti lascia il tempo per una domanda.
“Da grande cosa vuoi fare?” ti incalza.
Ci pensi un attimo.
“Voglio diventare Spiderman, mettermi una maschera rossa e andare in giro a salvare la gente. Così se un giorno avrai bisogno arrivo io e ti salvo”.
Dorothy ti sorride ancora, in modo bello, apre lo zaino quindi prende un foglio bianco e un astuccio rosa pieno di colori.
“Però tu non guardare” ti dice maliziosa chinandosi sul foglio.
“Non guardo, promesso!”.
Finisce il disegno. E’ il suo regalo per te.
C’è Spiderman che ha imbrigliato con la sua ragnatela un mostro che vuole fare del male a una ragazzina.
“Promettimi che se quel mostro torna tu verrai a salvarmi…”.
Un brivido ti attraversa la pelle, non puoi fare a meno di abbracciarla e sussurrarle all’orecchio, “Te lo prometto”.
Quando arriva il momento di scendere, mamma schizza in piedi e sollecita la figlia ad alzarsi. La donna ti fissa ma ti senti come invisibile per i suoi occhi vuoti, stanchi anche di piangere.
Dorothy si alza, si aggiusta il foulard sulla testa, si mette lo zaino in spalla quindi si avvia dietro alla mamma.
Quando le porte si chiudono ricerchi il suo sguardo dal finestrino, anche lei sta cercando il tuo, ti manda un bacio e tu sorridi.
Appoggi la testa al vetro, sono appena le dieci, in poche ore la tua vita è cambiata. Ripensi a Dorothy e alla promessa che le hai fatto, forse la tua strada ora è un po’ più chiara e sei convinto che i percorsi della vita ti porteranno a mantenere quella promessa.
Sarai lo Spiderman di quartiere e proteggerai tutte le Albechiare, tutte quante.

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