venerdì 23 ottobre 2015

Eccoci con la terza puntata del racconto "Incontri ravvicinati del quarto tipo": l'epopea notturna del nostro Alessandro si trasforma in un incubo. Buona lettura!


CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI 

Terza puntata


Scavalchiamo la ringhiera, l’Idrovora in un attimo rimane in tanga e si tuffa in acqua.
“Vieni è bellissima!” mi fa tutta eccitata.
Vabè che è agosto ma poi quando esco mi gelo. Pensare che in macchina avevo i teli!
L’Idrovora comincia a schizzarmi ma io non ho tanta voglia di scherzare anzi la manderei volentieri a quel paese. Ma dai faccio anche questa, un bagno veloce poi a casa. Ci metto un po’ ad abituarmi all’acqua, intanto l’Idrovora lo vuole rifare a tutti i costi, prova e riprova ma l’amico non mi si alza nemmeno di un millimetro. Finalmente la convinco a uscire e come previsto ci congeliamo. Allora ci buttiamo addosso i vestiti ma è ancora peggio, il freddo ci si appiccica ancora di più addosso. Lei trema come mia nonna che c’ha il morbo di Parkinson all’ultimo stadio.
“Ci sarà qualcosa da asciugarsi là dentro?” batte i denti e si avvia verso la dependance che è più grande dell’appartamento in cui vivo con mamma.
“Dai andiamo in macchina che ho i teli” e faccio per avviarmi.
Ma lei ovviamente non mi ascolta e si mette a forzare la maniglia.
“Sta stronza non si apre!” si lamenta poi rifila due calci alla porta.
Questa è pazza e ora basta! O viene via subito o la mollo qui! Non faccio in tempo a darle l’ultimatum che sento un urlo. La porta della dependance si è aperta e l’Idrovora è sparita. Corro a vedere che diavolo stia succedendo e quando mi affaccio mi chiedo se sono finito in un film di Carpenter oppure nel Cottolengo. C’è un mostro, sì un mostro in carne e ossa, perché non posso definire Umano questa specie di Essere alto almeno due metri con la faccia di un bambino, o meglio, di un bambino deforme. Proprio così, è una specie di Bambino Gigante. Sta tirando l’Idrovora per i capelli e mi sembra che le abbia già staccato qualche ciocca. Lo so che a questo punto dovrei fregarmene e darmela a gambe, che qua si mette male e tra poche ore devo essere in chiesa.
E poi cos’è sta puzza di marcio?
Non so cosa mi dica la testa e senza pensarci mi avvento sul Bambino Gigante ma lui per tutta risposta mi rifila uno schiaffo nella faccia che mi fa volare a terra. Mi ci vuole qualche secondo per riprendermi e quando mi guardo intorno ancora mezzo stordito vedo che sono circondato da bambole di pezza. Ma Questo è completamente fuori! E Questo mi lancia pure addosso l’Idrovora che tanto per gradire mi vomita sul piede. Poi chiude la porta e si infila le chiavi in tasca. Quando si avvicina verso di noi penso che questa è la degna conclusione della mia stupida vita. Invece il Bambino Gigante tira fuori una vocina flebile flebile e ci chiede, “Ce l’avete una bambola di pezza?”.
Non so come ma riesco a rimanere lucido e gli rispondo molto sicuro di me “Ne ho a migliaia di bambole di pezza, se ci lasci andare te le vado a prendere subito. Promesso!” e mi metto la mano sul cuore.
Ma lui prima pone delle condizioni.
“Voi giocate a Monopoli con Davidino Calvi poi Davidino Calvi vi lascia andare”.
“E chi è Davidino Calvi?” gli faccio.
“Sono io Davidino Calvi” e si batte l’indice deforme sul petto.


Continua...

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