Eccoci pronti con la consueta rubrica del mercoledì in
compagnia dei nostri agguerritissimi vecchietti.
SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA MEGLIO
Ci siamo lasciati la scorsa puntata, qui nella sala
polivalente della casa di riposo ad
Runcfrèdd, con il nostro Piero in procinto di raccontare una storia sui
preti.
“Avevo dieci anni” esordisce, “a quel tempo il nostro
prete era Don Antonio, un omone gigante, con due spalle così e il naso a patata
sempre tutto rosso. Quando si arrabbiava c’era da avere paura, gli si
infuocavano gli occhi e cacciava degli urli che tirava giù il campanile. Io ero
un cristiano modello, tutti i sabati
a catechismo e tutte le domeniche alla messa delle nove e mezza con la nonna.
Qualche volta facevo addirittura il chierichetto ed è stato proprio in una di
quelle occasioni che è successo…” e si lascia scappare una smorfia di disgusto.
“Te la senti di andare avanti?” gli chiedo.
“Certo, certo” risponde e poi prosegue, “Ecco, quando
facevo il chierichetto passavo tra le panche con il cestello di vimini per
raccogliere le offerte. E quella domenica sono salito al primo piano per
lasciare tutto il ricavato nella stanza del Don. Busso ma non risponde nessuno,
io però decido di entrare lo stesso e vi giuro che mi sembra di sentire ancora
la puzza di naftalina che c’era là dentro. Comunque mi avvio di fretta verso
l’armadio, apro l’anta, appoggio il cestello e quando mi volto chi mi trovo
davanti?”.
“Chi ti trovi davanti?” domanda la signora Irma tutta
presa dal racconto nemmeno stesse leggendo un libro di Agatha Christie.
“Chi vuoi che si trovi davanti!?! Don Antonio!”
esclama la signora Mafalda che mi fa tornare in mente Spino, un mio vecchio
amico a cui piaceva anticipare i finali dei film.
“Proprio Don Antonio!” conferma Piero, “Stava lì a due
centimetri da me con quell’alito che sapeva di aglio e mi sorrideva”.
“E poi?” lo sollecita la signora Irma.
“E poi mi chiede, me
lo fai vedere?”.
“Che cosa gli dovevi far vedere?” è sempre la signora
Irma a incalzarlo.
“La stessa domanda che gli ho fatto io, cosa le devo far vedere Don?, ma non mi
ci è voluto molto per capirlo perché ha allungato quelle sue ditacce nodose verso di me e allora io,
non so ancora come, ho avuto la forza di scappare via mentre lui diceva, Dio ti punirà per questo! Ma attenzione,
non è finita qui”.
“Non è finita qui!?!” gli fa eco la signora Irma in
piena suspense.
“Mi sono nascosto in un angolino e quando Don Antonio
era proprio sul ciglio delle scale gli ho dato una spinta e lui è rotolato giù
per una rampa intera. Si è rotto tre costole, il bacino e la gamba destra”.
“Bravo signor Piero!”, è sempre la signora Irma, in
piena catarsi, a intervenire.
“E da quel giorno io non ho messo più piede in una
chiesa!”, esclama risoluto, “Nemmeno per il matrimonio di mia figlia!”.
“L’ho sempre detto che i preti sono peggio degli
altri” conclude in bellezza la
signora Giuliana.
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