lunedì 26 ottobre 2015

Eccoci pronti con la consueta rubrica del lunedì in compagnia di una mamma molto ansiosa. Buona lettura!


LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?


“Sono qui per mio figlio, Dottore”, la signora L. è visibilmente ansiosa, “Marco è così chiuso, non ha amici, sta sempre in casa nella sua camera ad ascoltare la musica e giocare con quel maledetto computer”.
“Quindi non frequenta coetanei?”.
“A dir la verità uno lo frequenta… ma è un tipo strano, sfuggente, al massimo mi dice un ciao frettoloso e scappa via. Anche lui è appassionato di quegli stupidi giochini del computer”.
“Marco è sempre stato così?”.
“No, fino a un anno fa era più estroverso e più allegro, poi non so che cosa gli sia successo. E’ per questo che volevo venisse qui a fare dei colloqui con lei, ma…” e scuote la testa.
“Ma?”.
“Ma quando gliel’ho proposto sa cosa mi ha detto?” e le scappa un sorrisetto sconsolato, “Ci vai te dallo psicologo, non vedi come sei sclerata!”.
Rimane un attimo in silenzio poi continua, “Forse ha ragione lui, sono sclerata, ma è perché mi sembra che non sia come tutti i suoi coetanei. L’altra mattina sono passata apposta in macchina alla fermata degli autobus per osservarlo. C’erano un bel po’ di ragazzine, anche molto carine, e lui cosa faceva? Se ne stava girato di spalle con il cappuccio della felpa in testa e le cuffie nelle orecchie… e sono sincera, a me sembrava un disadattato”.
“Mi sembra che l’atteggiamento di Marco la preoccupi molto più di quanto preoccupi lui” le dico.
“Può essere, infatti mi sembra che sia sempre così distaccato da quello che gli accade intorno. Anzi un giorno mi ha detto addirittura che lui è felice e che non gli devo rompere le palle con tutte le mie paranoie” sospira la signora L..
“Forse è solo questione di tempo, sta cambiando e ora cerca la sua strada”.
“Può essere anche questo ma io mi sento in dovere di spronarlo, gli propongo mille cose per smuoverlo. Per esempio gli ho chiesto se quest’estate volesse fare un viaggio interculturale e lui mi ha risposto, Fattelo te il viaggio interculturale!”.
“Forse vuole decidere lui quello che fare” ipotizzo.
“Sì ha ragione Dottore, può essere che sia io che gli sto troppo addosso… ma comunque vorrei tanto che venisse da lei a fare qualche colloquio, come posso convincerlo?”.
“Se Marco non è motivato non lo costringa, rischieremmo di fare un buco nell’acqua”.
“Ha ragione, ma io mi sento così ansiosa…” e le si inumidiscono gli occhi.
“E allora che ne dice di rivederci la prossima settima io e lei così da lavorare su questa sua preoccupazione?”.
“Sì, forse ne ho bisogno” e sospira nuovamente.


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