venerdì 9 ottobre 2015

Ecco a voi la prima puntata di un breve racconto dal titolo "Incontri ravvicinati del quarto tipo" che ci terrà compagnia per i prossimi tre venerdì.


CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI


Prima puntata


La verità è che stanotte non ho voglia di niente, mi gira la testa, ho pure un po’ di nausea e per di più tra cinque ore ho il Battesimo della mia sorellina Rebecca, la nuova figlia di mio padre e lasciamo perdere chi è la madre. Katia da Bucarest che ha la mia età ma soprattutto venticinque anni in meno di mio padre. Comunque alla fine mi tocca pure fare il padrino e a dirla tutta non so con criterio abbiano scelto proprio me che con la chiesa non c’entro niente. Forse per farmi prendere almeno una, anche se piccola, responsabilità. E vi dirò di più, stavolta mi sono messo in testa che non voglio deludere nessuno.
Sta di fatto che ora devo sbrigare un’ultima faccenda prima di ridurmi finalmente a casa.
Sono le tre di notte e sto guidando con circa otto shortini e un paio di cannette in circolo, che se mi fermano mi ritirano la patente per almeno tre vite. A fianco c’ho Svetlana, Oxana, o come diavolo si chiama questa qua che sta cantando a squarciagola una canzone di Alessandra Amoroso. Già che io odio Alessandra Amoroso.
Il suo nome me l’ha pure detto sui divanetti della discoteca ma punto uno non mi interessava granché, punto due mi ero già fumato due canne quindi ero nel mio mondo, punto tre eravamo proprio sotto la cassa e non capivo niente.
Che poi alla fine è tutta colpa del Vecio.
Anzi la colpa è solo la mia che gli do ancora corda dopo quindici anni che lo conosco e non è cambiato di una virgola e forse non cambierà mai. Come si fa alla mia età con una laurea in scienze politiche e, perché no, una certa cultura, ritrovarsi in giro per discoteche tutti i santi sabati con uno che si sfonda di canne e parla solo di fica?
Perché il Vecio è fatto così, passa il tempo ma lui ha sempre sedici anni e la solita faccia da schiaffi. Prendi stasera. E’ al bar di suo cugino, a un certo punto entra un gruppetto di rumene o polacche o comunque dell’est, si mette a intortarle e in cinque minuti le carica in macchina. E quando siamo in discoteca cosa fa? Mi butta tra le braccia la più mignotta di tutte e mi dice all’orecchio “Hai visto che regalino ti ha fatto il Vecio?”. Per alcuni può anche essere un bel regalino ma per me che ho trent’anni e sono alla ricerca di una ragazza seria è un dispetto bello e buono. E il Vecio sembra che faccia di tutto per impedirmi di cambiare rotta e di sistemarmi una volta per tutte.
Infatti Svetlana, Oxana, diciamo che d’ora in poi la chiamerò l’Idrovora, è una da battaglia, non aspetta nemmeno che mi presenti e già comincia a limonarmi pesante e dopo cinque minuti mi sbatte sui divanetti, si alza la gonna e mi sale a cavalcioni. E io quasi mi vergogno e per fare vergognare me dopo due canne e quattro shortini vi assicuro che ce ne vuole.
Addirittura mi urla all’orecchio che vuole farlo nel cesso e allora prende a trascinarmi per un braccio. Ma c’è un limite a tutto, così le dico di no ma lei continua a ridere e non molla mica. Allora le do uno strattone e finalmente capisce che non deve insistere. Per un po’ fa pure la risentita e mi dice che per essere un italiano sono un ragazzo serio. Non so se prenderlo come un complimento ma preferisco non approfondire.
Per farmi perdonare, perché mi sento pure in colpa per lo strattone, le offro non uno, ma quattro shortini e nel portafoglio non mi rimane più un euro nemmeno per un’offerta in chiesa.
Quando verso le due mezza le dico che devo proprio andare l’Idrovora fa la faccia disperata e mi chiede se l’accompagno a casa perché quelle stronze delle sue amiche sono scomparse nella pineta con il Vecio.
Io allora capisco già come andrà a finire, che se me la carico in macchina non mi riduco a casa prima delle otto quindi praticamente faccio il dritto. 

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