lunedì 5 ottobre 2015

Oggi nella nostra consueta rubrica del lunedì conoscerete Nina, una bellissima ragazza marocchina, alle prese con grandi dilemmi.


LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?

Nina è una ragazza marocchina, bellissima. Più che una studentessa sembra una velina: alta, magra, con i capelli neri che le cadono sulle spalle come una nuvola d’inchiostro. Quando cammina per i corridoi della scuola sembra che sfili e sa bene che tutti, nessuno escluso, si girano a guardarla.
Ora è qui allo Sportello, di fronte a me, e la sua espressione può essere descritta con un ossimoro: malinconicamente sorridente.
“In Marocco non vivevo bene” mi dice, “non appartengo più a quel paese, non so a che paese appartengo, non so nemmeno quale sia la mia identità”.
“Mi pare di capire che ti senti come in una terra di mezzo” le faccio.
“Proprio così”, esita un attimo, “se qui mi comporto come marocchina non mi trovo ma se prendo la mentalità italiana poi non sono più accettata dai miei”.
“Tu, Nina, cosa vorresti?” le domando.
“Io per esempio ho tanti sogni, vorrei fare la modella, mi piace stare al centro dell’attenzione, essere fotografata” sorride un po’ imbarazzata, “ma i miei non lo accetterebbero perché vogliono che io mi comporti da Mussulmana”.
“Cosa succederebbe se tu seguissi i tuoi sogni?”.
“Perderei il rapporto con i miei e soprattutto con mio padre” si commuove, “io vivo per rendere fiero mio padre… eppure… ”.
“Eppure?”.
“Eppure non voglio fare la fine delle donne della mia famiglia”.
“Cioè?”.
“Sono tutte insoddisfatte e io so bene che rimpiangono il loro passato per non aver fatto quello che desideravano. E poi io non voglio mettermi il velo”.
“I tuoi vorrebbero che lo portassi?”.
“Sì, ma non è che se lo porti sei migliore. Te lo devi sentire e io ora non lo sento. Quando sono tornata in Marocco tutte avevano il velo e io mi sentivo emarginata, così ho pensato di metterlo anch’io ma poi una volta tornata in Italia ho cambiato idea”.
Rimaniamo un attimo in silenzio poi mi fa, “Sai che parlando ad alta voce ho capito una cosa?”.
“Quale?”.
“Non voglio essere marocchina”.

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