mercoledì 10 giugno 2015

Eccoci all'attesissima rubrica del mercoledì in compagnia di Lino.


SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA MEGLIO

Parte prima


Da quindici giorni qui nella casa di riposo ad Runcfrèdd abbiamo una new entry. Una new entry con i fiocchi, non solo perché ha più bye pass che denti e una demenza che a tratti lo rende un potenziale hooligans ma anche perché qualche mese fa ha rischiato di diventare famoso. Il suo nome è Lino Parisi e per poco non finiva in prima serata su Rai 3 con uno share del 12,44%.
Infatti un bel giorno di ottobre Lino, con la patente fresca di rinnovo, sfugge al controllo della badante polacca, si mette alla guida della sua Panda rossa e decide di raggiungere la sorella che vive a Zurigo, o meglio viveva, visto che è morta da un decennio.
Il figlio Mauro allertato dalla badante si mette alla ricerca del padre con scarsi risultati. Successivamente coinvolge la polizia ma Lino non si trova da nessuna parte.
E’ allora che tenta l’ultima disperata carta, “Chi l’ha visto?”. Ha appena chiamato la redazione, inviato dati e foto quando arriva una telefonata da Bagno di Romagna.
Una famigliola a passeggio nel bosco dello gnomo Mentino si è imbattuta in un uomo che in stato confusionale chiedeva informazioni alla statua di un nanetto.
E potete immaginare chi fosse.
Poche settimane dopo Lino mentre sale sulla sedia per cambiare una lampadina scivola e si rompe il femore. Per il figlio la soluzione migliore è fare domanda per una casa di riposo e il destino vuole che il primo posto libero sia qui da noi.
Così, quindici giorni fa, Mauro si presenta con il padre e di primo impatto mi spaventa. E’ così secco e nervoso che già lo vedo emulare Michael Douglas nel film “Un giorno di ordinaria follia” e mi chiedo se non sia lui ad avere più bisogno di un bel soggiorno qui da noi.
Lino, dal canto suo, segue il figlio a bordo della carrozzina e non fa altro che bestemmiare, dice che vuole tornare a casa. Mauro lo tranquillizza come un padre che deve lasciare il figlio all’asilo e prima di dileguarsi gli fa “Papà prendila come una vacanza”.
“Come una vacanza il cazzo” gli risponde Lino e da lì capisco che la new entry è un tipo tosto.
Infatti passano due giorni e mentre riordino la sala polivalente dopo le attività di disegno sento una voce, “Ragazzo!”.
Mi giro di scatto e indovinate chi mi ritrovo a pochi centimetri dai piedi a bordo del suo bolide che mi guarda minaccioso. Logico, Lino.
“Ragazzo!” ripete, “Se non mi fate tornare a casa, io questo posto lo distruggo quantèveroiddio!”.
E’ in quel momento che mi sono immaginato una proporzione: Lino sarebbe stato alla casa di riposo come Attila flagello di Dio all’Impero romano d’Occidente.
E non mi sbagliavo di molto. 

Per seguire le strabilianti imprese di Lino flagello di Dio dovrete attendere la settimana prossima!

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