SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA MEGLIO
Parte prima
Da quindici giorni qui
nella casa di riposo ad Runcfrèdd
abbiamo una new entry. Una new entry con i fiocchi, non solo perché ha più bye
pass che denti e una demenza che a tratti lo rende un potenziale hooligans ma
anche perché qualche mese fa ha rischiato di diventare famoso. Il suo nome è
Lino Parisi e per poco non finiva in prima serata su Rai 3 con uno share del
12,44%.
Infatti un bel giorno di
ottobre Lino, con la patente fresca di rinnovo, sfugge al controllo della
badante polacca, si mette alla guida della sua Panda rossa e decide di
raggiungere la sorella che vive a Zurigo, o meglio viveva, visto che è morta da
un decennio.
Il figlio Mauro
allertato dalla badante si mette alla ricerca del padre con scarsi risultati.
Successivamente coinvolge la polizia ma Lino non si trova da nessuna parte.
E’ allora che tenta
l’ultima disperata carta, “Chi l’ha visto?”. Ha appena chiamato la redazione,
inviato dati e foto quando arriva una telefonata da Bagno di Romagna.
Una famigliola a
passeggio nel bosco dello gnomo Mentino si è imbattuta in un uomo che in stato
confusionale chiedeva informazioni alla statua di un nanetto.
E potete immaginare chi
fosse.
Poche settimane dopo
Lino mentre sale sulla sedia per cambiare una lampadina scivola e si rompe il
femore. Per il figlio la soluzione migliore è fare domanda per una casa di
riposo e il destino vuole che il primo posto libero sia qui da noi.
Così, quindici giorni
fa, Mauro si presenta con il padre e di primo impatto mi spaventa. E’ così
secco e nervoso che già lo vedo emulare Michael Douglas nel film “Un giorno di
ordinaria follia” e mi chiedo se non sia lui ad avere più bisogno di un bel
soggiorno qui da noi.
Lino, dal canto suo,
segue il figlio a bordo della carrozzina e non fa altro che bestemmiare, dice
che vuole tornare a casa. Mauro lo tranquillizza come un padre che deve
lasciare il figlio all’asilo e prima di dileguarsi gli fa “Papà prendila come
una vacanza”.
“Come una vacanza il
cazzo” gli risponde Lino e da lì capisco che la new entry è un tipo tosto.
Infatti passano due
giorni e mentre riordino la sala polivalente dopo le attività di disegno sento
una voce, “Ragazzo!”.
Mi giro di scatto e
indovinate chi mi ritrovo a pochi centimetri dai piedi a bordo del suo bolide
che mi guarda minaccioso. Logico, Lino.
“Ragazzo!” ripete, “Se
non mi fate tornare a casa, io questo posto lo distruggo quantèveroiddio!”.
E’ in quel momento che
mi sono immaginato una proporzione: Lino sarebbe stato alla casa di riposo come
Attila flagello di Dio all’Impero romano d’Occidente.
E non mi sbagliavo di
molto.
Per seguire le strabilianti imprese di Lino flagello di Dio dovrete attendere la settimana prossima!
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