CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI
Alcuni stralci dal
memoriale del nostro Liceale:
E’ la notte prima dell’esame
di maturità, la sveglia che ti ha regalato la zia Maria per la cresima segna
mezzanotte e cinque. Tra circa otto ore hai lo scritto di italiano.
Hai lasciato perdere
quel patetico tentativo di costruirti una cartucciera piena di temi già scritti
da altri nel migliore dei modi, vuoi dimostrare a quei quattro che anche tu hai un tuo stile. E quei quattro li troverai dietro la cattedra, uno di fianco
all’altro.
Te li vedi come in
un’istantanea: il professore d’italiano, sosia perfetto di Giuliano Ferrara,
con il borsone liso e il sigaro sempre in bocca, Mingoni, il prof di
matematica, stressato fino al midollo per la separazione dalla moglie, la
gnomica e femminista prof di greco, che secondo voialtri è anche lesbica e ce
l’ha su con i maschi, e infine Rubini, il prof di storia e filosofia, che si
pulisce le orecchie con le stanghette degli occhiali.
Ora stai rivivendo gli
ultimi mesi di permanenza dentro al Regio e ripensi a quell’insopportabile
clima di nevrosi generale. Nella tua classe uno strano virus si era
impossessato delle tue compagne che all’improvviso non erano più le tue
compagne di sempre, bensì gli zombie di “A volte ritornano” con alcuni tratti
sadomaso. Infatti si facevano terrorismo reciproco, ripescando leggende assurde
raccontate dagli amici degli amici di un lontano cugino che parlavano di
accadimenti paranormali, così da spaventare se stesse e le altre.
Voi sette maschi,
invece, allo stato brado, con barba incolta, ascella tonante ed esplosioni di
brufoli continuavate ad affliggervi con la stessa frase, “Se avessimo studiato
durante l’anno!”.
Il vostro quartier
generale era la cucina di casa tua e questo era lo scenario: tavolo pieno di
libri, il Rocci, il Castiglioni Mariotti con la copertina stracciata,
l’Antigone piena di cazzi disegnati da Nello, pile di Bignami e il Paradiso di
Dante, biscotti del Mulino Bianco sparsi sulla tovaglia, pepsi calda, rutto
libero e Rossi che ogni tanto metteva su il porno dell’amico di suo padre.
….
All’improvviso ti rendi
conto che ormai è mezzanotte e mezza ma le palpebre non accennano a chiudersi.
Metti su per l’ennesima volta “Notte prima degli esami” di Venditti mentre la
tua mente è invasa da quelle domande a cui nessuno è ancora riuscito a trovare
una risposta scientificamente dimostrabile.
Cosa cambierà in te dopo
la maturità?
Forse ti comporterai
come conviene per stare al mondo nella maniera più adeguata? O forse dovrai
abbandonare gli stupidi sogni di vincere le “Coppe dei Campioni”? O magari
sarai costretto a modellare la tua maschera a immagine e somiglianza di qualche
intellettualoide e narcisista professore universitario?
Non lo sai, ma non hai
fretta di diventare grande.
…
Intanto il buon Venditti
canta “Gli esami sono vicini e tu sei
troppo lontana dalla mia stanza…”. Ripensi a Tea, se n’è andata qualche
mese fa, era stanca della tua totale incapacità di prendere decisioni, diceva
sempre che guardavi la vita da fuori e non lasciavi che ti attraversasse.
Le avevi fatto mille
promesse, poi quando era giunto il momento di stare insieme hai avuto paura, ti
sei tirato indietro da bravo vigliacco e lei ha deciso di dire basta una volta
per tutte.
E tu non te l’aspettavi,
non pensavi potesse fare a meno di te e invece ora i suoi occhi nocciola
guardano quel ragazzo bruttino che non potrà mai conoscerla fino in fondo come
la conosci tu.
Ma è la solita questione
delle distanze, se Tea ti si avvicina troppo scappi e ti chiudi a riccio ma se
lei si allontana stai come un cane e la insegui come fosse la tua ragione di
vita.
Ormai è l’una e mezza,
anche l’immagine di Tea svanisce, Venditti ha smesso di cantare, si sente solo
il frinire delle cicale e a te sembra di non ricordare nulla di quello che hai
studiato ma poi pensi, “Me la caverò anche questa volta, proprio come ho sempre
fatto”.
Solo allora ti
addormenti.
Lo so che è una delle canzoni più utilizzate nella storia della musica italiana ma rimane un pezzo splendido.
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