lunedì 13 aprile 2015

Eccoci alla rubrica del lunedì! Buon inizio settimana a tutti!


LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?


Oggi mentre salgo le scale di un istituto professionale mi imbatto in un gruppetto di ragazzi e noto in particolare un tipo che tra qualche anno potrebbe fare il tronista dalla De Filippi. Bel fisico, pettinatura rasata sotto e più lunga sopra e abbigliamento all’ultima moda con quei bei risvolti nei pantaloni come vanno adesso (anche se a me sembrano piuttosto da gara di pesca al lago Lungo). Le ragazze gli sorridono e ammiccano e si vede che a lui piace stare al centro dell’attenzione.
Il primo ragazzo con cui ho appuntamento oggi è un certo Samuele che non ho mai visto prima. Sento bussare e quando dico “avanti” mi trovo di fronte il tipo di cui parlavo poco sopra con i pantaloni da gara di pesca.
Mi sembra diverso da come l’ho visto prima in mezzo ai coetanei, meno spavaldo e molto più ansioso, addirittura ha la bocca un po’ impastata e muove nervosamente la gamba.
“Ho paura” mi dice.
“Di cosa?” chiedo.
“Di uscire da qui. Non so se sono pronto, dentro mi sento ancora un bambino. Mi mancherà un po’ tutto di questa scuola. Eppure…” mi fa mentre comincia a mangiucchiarsi le unghie.
“Eppure?”.
“Eppure è da quando ho iniziato la scuola che aspettavo questo momento: arrivare in quinta e liberarmi dello studio. E invece ora vorrei tornare in prima, anzi vorrei tornare bambino, senza pensieri e senza responsabilità. In un certo senso la scuola è come una culla. Se penso che tra qualche giorno ci sarà la festa dei cento giorni, cioè mancheranno cento giorni alla fine, mi sento come un magone qui dentro” e mi indica il petto, “E’ come se avessi già nostalgia”.
“Mi sembra di capire che hai un po’ paura del futuro e dei cambiamenti” gli faccio.
“Non lo so, so solo che ho paura di crescere” mi dice con gli occhi lucidi.

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