LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?
Stamattina
mi si presenta allo Sportello Ascolto Michelangelo, un ragazzino piuttosto
buffo, con gli occhialini da intellettuale e un abbigliamento un po’ demodé.
Già
l’anno scorso abbiamo avuto un paio di colloqui e mi aveva subito provocato un
misto di simpatia e tenerezza.
Oggi
ha lo sguardo cupo e la testa bassa, mi dice che si sente l’ombra di se stesso.
“E
perché?” gli chiedo.
“Un
sacco di motivi”.
“Se
ti va intanto dimmene uno”.
“Per
San Valentino ho regalato a Martina una confezione di baci” mi rivela.
“Bel
gesto” gli dico io, “E lei?”.
“E
lei se n’è mangiato uno, mi ha detto grazie e poi non si è più fatta sentire”.
“Accidenti,
un duro colpo” gli dico.
“Lascia
perdere, ci sono abituato, piuttosto c’è un fatto che mi turba molto di più” mi
fa sconsolato mentre comincia a giocherellare nervosamente con il cellulare.
“Dimmi
pure”.
“Sono
entrato nei siti governativi del Pentagono e ho scoperto delle brutte cose” mi
svela guardandosi intorno e abbassando la voce.
“E
cos’hai scoperto”.
“Hai
presente l’ebola? Ecco, l’hanno messa in giro gli americani per fare degli
esperimenti biologici”.
“Ah
sì?? E perché non avverti le unità competenti?” la butto là mantenendo la voce
ai minimi decibel.
“Perché
nessuno mi crederebbe. Nessuno crede alla parola di uno solo, le persone
credono alle parole di tanti” mi fa disilluso.
“Quello
che dici è sacrosanto” e annuisco, “Ma chi è a conoscenza di questi segreti?”.
“Tre
persone, ma due sono morte” risponde con una vena di malinconia.
A
questo punto sono curioso e gli domando, “E la terza chi è?”.
“La
terza sei tu!”.
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