venerdì 14 agosto 2015

Eccoci pronti alla consueta rubrica del venerdì, oggi in compagnia di Mery.


CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI



All’epoca dei fatti ero un liceale normodotato. Mery, si chiamava proprio così, era la mia ragazza, frequentava la quarta ginnasio e non le entrava in testa il genitivo assoluto. Ma era così bella con gli occhi turchesi e il sorriso grande che non facevi nemmeno caso a quel cervello malleabile come un pezzo di ghisa. E mi stimavo un bel po’ a girare mano nella mano con Mery lungo i corridoi del liceo o per le vie del centro. Senza contare che amici e conoscenti ogni volta che mi vedevano rimarcavano, “Con quella hai vinto al superenalotto”.
Però vi assicuro che il latino e il greco non le entravano in testa nonostante, dall’alto dei miei quattro anni in più, dedicassi buona parte del pomeriggio a spiegarle i segreti delle traduzioni. Mery infatti non azzeccava mezza declinazione, nemmeno per sbaglio, figuriamoci quando doveva tradurre le frasi anche le più semplici, sfogliava le pagine del Castiglioni Mariotti e del Rocci sempre come fosse la prima volta.
Comunque dopo gli inutili sforzi per modellare quel pezzo di ghisa ci buttavamo sul letto a passarci il cannino e ascoltare la mia musica dall’ipode, un auricolare per uno. Ma come pretendevo di poter sensibilizzare ai Nirvana e ai Pearl una fanciulla che si eccitava per i Modà e Biagione Antonacci? Insomma Mery non era pronta per il grunge ma io mi ostinavo a credere che lo adorasse proprio come lo adoravo io.
Un pomeriggio le ho pure spiegato che “Alive”, la canzone più struggente dell’album “Ten”, era una semi-autobiografia del grande Eddy Vedder: un ragazzo ha rapporti incestuosi con la madre e scopre che suo padre è in realtà un patrigno e che il vero padre è morto. 
Dovevate vedere come mi guardava affascinata e allora mi sentivo importante e, forse grazie anche al cannino, mi avventuravo in lunghi monologhi metafisici che sfociavano poi nelle grandi domande esistenziali.
Forse non è stato nemmeno per i nostri differenti gusti musicali se dopo un paio di mesi mi ha mollato. Infatti a detta sua mi ha dovuto lasciare perché ero troppo buono, intelligente e dolce per stare con lei e meritavo una persona migliore. E poi lei si sentiva ancora spensierata, mentre io ero un po’ troppo cerebrale. Sì, proprio così, ha usato questa parola, cerebrale, e ancora adesso non mi capacito dove l’abbia tirata fuori. Di sicuro non gliel’aveva insegnata il tossico pieno di pearcing con cui si era messa un paio di ore dopo.
Ma non voglio stare qui a recriminare sul passato anche se qualche mese fa, a distanza di anni, quel passato è tornato a farsi vivo.
Stavo facendo zapping quando mi sono imbattuto in Maria De Filippi che dava la parola a una delle corteggiatrici con gli occhi turchesi e il sorriso grande. Provate a indovinare chi era. Proprio così, Mery in persona. E vi giuro che è diventata ancora più bella, tanto che Fabbiano il tronista, un energumeno ipertatuato che non azzeccava un congiuntivo, l’aveva scelta per l’esterna.
Lei allora lo aveva portato al mare e mentre parlavano del più e del meno l’energumeno le aveva chiesto che musica ascoltasse.
“Musica grunge” aveva risposto Mery, “hai presente, Pearl Jam e Nirvana?”.
L’energumeno non aveva presente ma aveva annuito e allora Mery si era lanciata, “Adoro Alive, sai è semi-autobiografica. Racconta di un figlio…” e aveva sciorinato per filo e per segno la storia della canzone.
“Perché sai, tutti pensano che io sia bella e senza cervello ma in realtà sono una persona molto cerebrale”.
Sono sicuro che sia stata quella parola o forse la musica grunge se proprio oggi Fabiano il tronista ha scelto Mery, la mia ex ragazza a cui non entrava in testa il genitivo assoluto. 

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