lunedì 24 agosto 2015

Eccoci con la consueta rubrica del lunedì in compagnia di Natascia e del suo segreto.


LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?


SECONDA PARTE


“Boh”, Natascia fa spallucce con aria scocciata, “Non lo so proprio perché la prof ha insistito che venissi qui, forse era meglio che ci venisse lei, è sclerata dura”.
“In effetti un po’ tutti abbiamo bisogno di uno psicologo, io per primo”.
“Te ci vai dallo psicologo?” mi domanda con la solita aria di sfida.
“Certo, uno psicologo deve avere un suo psicologo per conoscere meglio se stesso e quindi essere più di aiuto agli altri” le spiego un po’ sommariamente.
“Anche i prof dovrebbero avere lo psicologo, sono tutti fuori di testa quelli lì”.
Mi viene da sorridere, “E i ragazzi?” le chiedo lievemente provocatorio.
Natascia si aggiusta l’anellino infilzato nel setto nasale e mi guarda con quegli occhi appesantiti dalla matita nera, “Sì, ma credo ne abbiano più bisogno i grandi”.
“Davvero non lo sai perché la prof ti ha costretto a venire qui?”.
“Perché ha voglia di rompere!” e sbuffa.
“O forse perché ci tiene a te?”.
“Mmmm…” e scuote la testa, “Nessuno tiene a me”.
Vorrei approfondire la sua ultima affermazione ma Natascia mi anticipa, “Mi avrà mandata qua perché l’anno scorso avevo tutti otto e quest’anno se continuo così vengo segata”.
“E come ti spieghi questo cambiamento?”.
“Semplice, ho smesso di studiare e non mi va più di aprire libro” ora abbassa lo sguardo, “e poi non riesco a starci in quella casa”.
“Non riesci a starci?” le faccio eco.
“C’è un clima insopportabile!”, si innervosisce e ricomincia a manovrare il solito anellino nel setto.
Credo di aver toccato un filo scoperto.
“Ti va di spiegarmi meglio?” azzardo.
Natascia ha perso l’aria di sfida e ho la sensazione che sia una bomba in procinto di esplodere.
“Mia madre è sempre via per lavoro e quando c’è è depressa dura”.
Io annuisco.
“E io in casa da sola con quello là non ci voglio rimanere” mi fa con tono feroce e senza guardarmi come se avesse paura che le potessi leggere negli occhi qualche segreto.
“Chi è quello là? Il compagno di mamma?”.
“Sì quello stronzo, pretende di fare il padre e poi… te l’ho già detto, uno di questi giorni lo ammazzo” e stringe i pugni.
“E’ successo qualcosa Natascia?”.
Lei allora alza lo sguardo e non appena incrocia il mio scoppia a piangere.
“Ora non posso parlarne” mi dice tra i singhiozzi e corre via.

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