lunedì 16 novembre 2015

Prontissimi con la nostra rubrica del lunedì in compagnia di Roberto, un futuro pescatore.


LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?


Roberto ha quattordici anni ma ne dimostra almeno un paio di meno. Con quei capelli ruffi, gli occhi veloci e una esse romagnola doc non può che suscitare simpatia.
“A tredici anni è difficile scegliere la scuola e questa, per uno come me, è troppo difficile, cioè c’è troppo da studiare” mi dice a un certo punto, “è che alle medie ti costringono a prendere una decisione e allora cosa fai? Se sei fortunato hai già le idee chiare e non hai problemi, altrimenti o segui i tuoi amici o fai quello che dicono i tuoi genitori”.
“E tu a quale categoria appartieni?” gli chiedo.
“Io sono un po’ fuori categoria, cioè so cosa voglio fare da grande quindi una scuola vale l’altra e allora ho dato ascolto al consiglio di mio papà”.
“E cosa vuoi fare da grande?”.
“Il pescatore!” mi risponde deciso, “D’altronde quando cresci in una città di mare e hai un nonno che fin da piccolo ti porta a pescare è facile che ti appassioni”.
“Certo” annuisco, “ma i tuoi sono d’accordo?”.
Roberto fa una smorfia e su quegli occhietti veloci cala un velo di tristezza, “Mio padre non è molto d’accordo, vorrebbe che studiassi, ci tiene parecchio che vado a scuola ma io voglio solo la mia barca e le mie reti e sono felice così”.
“Secondo te perché papà vuole che tu studi?” gli domando.
“Dice che non devo fare il somaro come lui che è stato bocciato due volte e in terza media ha smesso. Mi ripete sempre che se studio ho un futuro migliore e non mi devo spaccare la schiena come se la sta spaccando lui”.
“Tu cosa avresti voluto fare?”.
“Dai, un professionale, dove basta poco per andare bene, qua invece devi impegnarti di brutto e io non ne ho voglia però provo ad andare avanti” mi dice poco convinto.
“Per tuo papà?”.
“Sì per lui e basta perché se fosse per me avrei già cambiato scuola”.




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