Prontissimi con
la nostra rubrica del lunedì in compagnia di Roberto, un futuro pescatore.
LO
PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?
Roberto ha
quattordici anni ma ne dimostra almeno un paio di meno. Con quei capelli ruffi,
gli occhi veloci e una esse romagnola
doc non può che suscitare simpatia.
“A tredici anni
è difficile scegliere la scuola e questa, per uno come me, è troppo difficile,
cioè c’è troppo da studiare” mi dice a un certo punto, “è che alle medie ti
costringono a prendere una decisione e allora cosa fai? Se sei fortunato hai
già le idee chiare e non hai problemi, altrimenti o segui i tuoi amici o fai
quello che dicono i tuoi genitori”.
“E tu a quale
categoria appartieni?” gli chiedo.
“Io sono un po’
fuori categoria, cioè so cosa voglio fare da grande quindi una scuola vale
l’altra e allora ho dato ascolto al consiglio di mio papà”.
“E cosa vuoi
fare da grande?”.
“Il pescatore!”
mi risponde deciso, “D’altronde quando cresci in una città di mare e hai un
nonno che fin da piccolo ti porta a pescare è facile che ti appassioni”.
“Certo”
annuisco, “ma i tuoi sono d’accordo?”.
Roberto fa una
smorfia e su quegli occhietti veloci cala un velo di tristezza, “Mio padre non
è molto d’accordo, vorrebbe che studiassi, ci tiene parecchio che vado a scuola ma io voglio solo la mia
barca e le mie reti e sono felice così”.
“Secondo te
perché papà vuole che tu studi?” gli domando.
“Dice che non
devo fare il somaro come lui che è stato bocciato due volte e in terza media ha
smesso. Mi ripete sempre che se studio ho un futuro migliore e non mi devo
spaccare la schiena come se la sta spaccando lui”.
“Tu cosa avresti
voluto fare?”.
“Dai, un
professionale, dove basta poco per andare bene, qua invece devi impegnarti di
brutto e io non ne ho voglia però provo ad andare avanti” mi dice poco
convinto.
“Per tuo papà?”.
“Sì per lui e
basta perché se fosse per me avrei già cambiato scuola”.
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