lunedì 23 marzo 2015

Eccoci puntuali all'appuntamento con la rubrica del lunedì.



LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE? 


Parte seconda


Stessa seconda e stesso odore, anche se qualcuno si è accorto dell’aria viziata e apre la finestra.
“Per voi è una vergogna andare dallo psicologo?”.
Quasi tutti rispondono “nooo” come per farmi un piacere.
“Dai, dite la verità!”.
“Un po’ sì, perché gli altri pensano che hai dei problemi” azzarda un ragazzo dalle file laterali con i capelli ricci.
Allora gli spiego che a scuola dallo psicologo si può andare anche solo per una chiacchierata, per un dubbio.
“Lo so ma poi magari dicono che sei sfigato” ribatte.
“Io ci vado da tre anni perché mi costringe mia mamma” fa una ragazzina con il pearcing sopra il labbro e la cicca in bocca, “Ma non serve a niente”.
“Io ci sono andata per due anni e invece mi è servito” interviene una ragazza con gli occhi celesti e la sciarpa intorno al collo.
“Uno nella vita ce la deve fare da solo” fa il ragazzo riccio, “Se chiede aiuto è un debole”.
“Non credi invece che chiedere aiuto sia un atto di maturità, di forza?” chiedo.
“E poi dire i propri caz… ehm scusi, le proprie cose a uno sconosciuto, io non ce la farei” interviene dal loggione il tipo stravaccato con la pettinatura da calciatore.
“Non credi che invece sia più facile raccontare i propri stati d’animo a una persona “esperta” che non ti conosce, non ha pregiudizi e soprattutto non ti giudica?”.
“Di certo delle mie cose ne parlerei molto più facilmente con uno psicologo che con i miei genitori che tanto non mi capiscono” dice una ragazza con il velo.
Passo in rassegna gli sguardi della classe e noto che quasi tutti stanno annuendo.

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