LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?
Parte seconda
Stessa
seconda e stesso odore, anche se qualcuno si è accorto dell’aria viziata e apre
la finestra.
“Per
voi è una vergogna andare dallo psicologo?”.
Quasi
tutti rispondono “nooo” come per farmi un piacere.
“Dai,
dite la verità!”.
“Un
po’ sì, perché gli altri pensano che hai dei problemi” azzarda un ragazzo dalle
file laterali con i capelli ricci.
Allora
gli spiego che a scuola dallo psicologo si può andare anche solo per una
chiacchierata, per un dubbio.
“Lo
so ma poi magari dicono che sei sfigato” ribatte.
“Io
ci vado da tre anni perché mi costringe mia mamma” fa una ragazzina con il
pearcing sopra il labbro e la cicca in bocca, “Ma non serve a niente”.
“Io
ci sono andata per due anni e invece mi è servito” interviene una ragazza con
gli occhi celesti e la sciarpa intorno al collo.
“Uno
nella vita ce la deve fare da solo” fa il ragazzo riccio, “Se chiede aiuto è un
debole”.
“Non
credi invece che chiedere aiuto sia un atto di maturità, di forza?” chiedo.
“E
poi dire i propri caz… ehm scusi, le proprie cose a uno sconosciuto, io non ce
la farei” interviene dal loggione il tipo stravaccato con la pettinatura da
calciatore.
“Non
credi che invece sia più facile raccontare i propri stati d’animo a una persona
“esperta” che non ti conosce, non ha pregiudizi e soprattutto non ti giudica?”.
“Di
certo delle mie cose ne parlerei molto più facilmente con uno psicologo che con
i miei genitori che tanto non mi capiscono” dice una ragazza con il velo.
Passo
in rassegna gli sguardi della classe e noto che quasi tutti stanno annuendo.
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