Eccoci puntuali alla nostra rubrica del mercoledì!
SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA MEGLIO
Il Gran Premio in carrozzina. Parte seconda.
In questo momento più
che il circuito di Monza il corridoio sembra la tangenziale di Bologna di
mattina nel bel mezzo di un tamponamento. A questo punto perché la gara possa
riprendere c’è bisogno della Safety car, che sarei io. Scastro le carrozzine,
tolgo il catetere dalle razze dell’Anna B., dico a Zignén “Mi raccomando sempre
dritto”, estraggo la Pierina dalla chiesetta e infine scrollo l’Adalcisa che mi
sputacchia un “Ma vaffanc…”.
“Pronti, via!” esclamo.
Sale nuovamente il rumore delle carrozzine e l’odore dei cateteri e l’Anna T.
prende la testa del gruppo speronata dalla Rosa che non si aspettava una
partenza così bruciante.
Ma attenzione perché
dalle scale si sentono i passi di Secondo che ridiscende a valle come un troll
dai boschi. Si fionda nel corridoio e con uno slalom alla Alberto Tomba vecchia
maniera beffa tutti gli avversari e si piazza con la sedia proprio di fronte
alla televisione, la accende e alza il volume quasi al massimo tanto che lo
sentono anche i pastori di Sogliano. Intanto da dietro: l’Anna T. che si è
dovuta accontentare del secondo posto gli urla di scansarsi, ché con lui nel
mezzo la tv non si vede, la Rosa sul terzo gradino del podio gesticola
mandandolo a quel paese (e vi assicuro che sembra papa Ratzinger quando
elargiva la benedizione urbi et orbi) mentre Zignén dopo aver varcato la porta
della sala va in testacoda e lancia una bestemmia che incenerisce il
crocifisso.
Ma purtroppo per loro Secondo non si è accorto
di essersi dimenticato l’apparecchio acustico sul comò e valuta che il volume è
un po’ troppo bassino quindi, per la felicità di tutto Runcfrèdd, decide di alzare un altro po’.
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