venerdì 18 marzo 2016

Eccoci pronti con l'ultima attesissima puntata del breve racconto "Una partita infinita". Dopo la clamorosa e inattesa sconfitta contro la Bovina che cos'ha in mente Martina?


CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI


Quinta (e ultima) puntata



Martina l’aveva giurato a se stessa, se perdo anche questa lo faccio.Come dice quella canzone di Grignani?, si chiese entrando nella Bmw di papà con i capelli ancora bagnati.  E vi saluto a tutti e salto su, prendo il treno e non ci penso più.
Tanto sono solo un’incapace e un fallimento, pensò.
E papà non perdeva mai occasione di farla sentire uno sbaglio, o meglio un
disastro, come diceva lui.
Tanto lo so che non mi voleva così, o forse che non mi voleva proprio.
Il signor Miege silenzioso come un monaco mise in moto la macchina e partì. Uno sguardo alla strada e uno all’iphone 6.
Da un po’ di tempo stava sempre su facebook e il cellulare se lo portava pure in bagno.
Martina aveva più di un sospetto che suo padre frequentasse un’altra e anche mamma più di una volta l’aveva beccato che parlava fitto fitto con un certo Lorenzo. O forse Lorenza. Tant’è che ultimamente li aveva sentiti litigare piuttosto ferocemente per questa storia del cellulare e di
Lorenzo. Mamma non avrà mai il coraggio di lasciare papà, si disse, è una donna senza palle.
Martina si girò verso il finestrino trovandosi di fronte un viso livido e due occhi infinitamente tristi. Erano i suoi. E lì dentro c’era l’essenza dell’infelicità.
Ma tanto tra nemmeno un’ora avrebbe preso il
treno e sarebbe sparito tutto, come per magia.
Tra semafori rossi e idioti al volante, quel cavolo di tragitto dal circolo a casa sembrava non finire mai, come se
qualcuno le stesse dando la possibilità di cambiare idea.
Perché quando sei a un centimetro dal fare
certe cose rischi di avere paura e di mandare tutto all’aria.
Eppure quando lo progetti alla notte, nel silenzio generale e senza nessuno che ti rompa, sembra tutto così facile.
In fondo
è un viaggio a senso solo, senza ritorno se non in volo, cosa c’è di così terribile?, pensò.
Sempre meglio che sentire addosso ogni santo giorno tutta quella vergogna di non valere niente e di non andare mai bene a nessuno.
Martina si girò verso papà che aveva una mano sul volante, gli occhi sul cellulare e un sorrisetto ebete sulla bocca, poi alzò lo sguardo verso la strada e le sembrò che la Bmw di papà stesse invadendo la corsia opposta.
Ora se ne accorge, pensò mentre alla radio il dj annunciava un grande successo di Grignani, Destinazione Paradiso.
Che poi fu un attimo, molto più rapido di quanto poteva aspettarsi. Il tempo di sentire un clacson e vedere un furgone bianco a pochi centimetri dal parabrezza. Poi un botto, il buio e un treno che l’avrebbe portata a Paradiso città.

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