Eccoci arrivati alla
quarta, e penultima, puntata, della drammatica epopea notturna di Alessandro.
Riuscirà a salvarsi la pelle e ad arrivare in tempo al Battesimo della sorella?
CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI
Quarta puntata
L’Idrovora
all’improvviso si mette a urlare come l’indemoniata dell’Esorcista allora il Bambino Gigante le molla un ceffone che le
rivolta la faccia e lei finisce a terra mezza svenuta.
“Shhhh! Non urlare se no
Dada e Dado si svegliano” si raccomanda sempre con quella vocina flebile.
“Scusa Davidino ma chi
sono Dada e Dado?” mi informo abbassando a mia volta il tono.
“Sono Dado e Dada”.
Grazie
al cazzo, penso ma è meglio tenere il pensiero per me quindi gli
domando, “Ma i tuoi genitori non ci sono?”.
“No” e il poverino per poco non scoppia a
piangere, “Ci sono Dada e Dado”.
“Ho capito ma dove sono
‘sti Dado e Dada?”.
“Là” e indica un angolo
della stanza.
Mi volto, Dado, Dada e una mazza da baseball giacciono in un lago di sangue. E a
giudicare dalla scena del crimine il Bambino Gigante ha fatto un fuoricampo con
la testa di Dado.
Ecco che ora non sono
più lucidissimo, gli scoppio a piangere in faccia e mi esce solo un disperato
“Ma perché?!?”.
“Non volevano giocare a
Monopoli” mi risponde candidamente.
Cerco di farmi forza e
gli dico “Dai Davidino tira fuori ‘sto Monopoli e poi ti vado a prendere le
bambole occhei?”
“Occhei” e sembra
convinto.
“Promesso?” insisto.
“Promesso” mi fa e
zampetta tutto entusiasta verso uno scaffale pieno di quelle maledettissime
bambole.
L’Idrovora che sembrava
semistecchita si rialza all’improvviso e purtroppo intuisco che sta per fare
una cazzata mondiale. Così cerco di bloccarla ma lei si divincola come
un’anguilla appena finita nella rete di un pescatore quindi si avventa sulla
porta.
Che
stupida!
Comincia a smanettare
sulla maniglia poi una spallata e infine una raffica di calci disperati, ma
niente, la porta non si apre.
Allora il Bambino
Gigante lascia cadere il Monopoli a terra e in un attimo l’ha già afferrata per
i capelli. A quel punto comincia a rotearla in aria poi la scaglia contro lo
scaffale neanche fosse fatta di gomma piuma. Ma il Bambino Gigante non è
soddisfatto e si mette a calciarla e se continua un altro po’ l’ammazza.
Ecco, io so che per
avere qualche remota speranza di salvarmi la pelle me ne dovrei stare buono
buono e farmi la mia partitina a Monopoli con Davidino Calvi ma questa volta
non riesco a controllarmi così mi alzo e prendo la mazza di Joe Di Maggio
intinta nel sangue di Dado e Dada. Senza pensarci troppo colpisco il
cranio del Bambino Gigante e con l’adrenalina a mille gli urlo “Muoriii!”.
Davidino sorpreso alle
spalle emette un “Ahiiii!” in un terribile falsetto, barcolla, scrolla la testa
poi si gira di scatto quindi mi rifila un pugno sul naso.
Cazzo
me l’ha rotto! E mi ritrovo ancora per terra a tenermi il naso
che butta sangue come un rubinetto. Ma il Bambino Gigante sembra ancora un po’
stordito così ho il tempo di rialzarmi, a dire il vero non so con quali forze,
e lo colpisco di nuovo, una, due, tre volte, senza alcuna pietà né esitazione.
Davidino comincia a ondeggiare con le braccia spalancate alla ricerca
dell’equilibrio fino a che precipita inesorabilmente a terra. Il suo corpo
produce delle scariche come una gallina a cui hanno appena tirato il collo ma
poco dopo non si muove più. A quel punto crollo sulle ginocchia, sono esausto,
mi gira la testa e il naso mi fa un male cane. Un conato di vomito poi non vedo
più niente.
Quando riapro gli occhi
nella dependance c’è la luce del sole. La prima cosa che faccio è guardare
l’orologio. Le 8.
Le
8!?!
Tra un’ora ho il Battesimo!
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