venerdì 4 settembre 2015

Eccoci puntualissimi con la nostra rubrica del venerdì in compagnia di Geki, suo padre, l’osservatore del Cesena e un terzino della categoria macellai.


CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI


Terza, e penultima, parte


Le squadre sono finalmente schierate sul rettangolo di gioco e mentre l’arbitro controlla che non ci siano buchi nelle reti Geki con il numero dieci sulle spalle e la fascia di capitano al braccio saltella sul posto per tenersi caldo. Come da rito, prima del fischio d’inizio, individua il terzino avversario che incrocerà sulla sua fascia e ne studia le caratteristiche fisiche come Mendel i piselli, immaginando che tipo di giocatore potrebbe essere. Il dirimpettaio di oggi, che non ha mai visto prima, è un brevilineo, un po’ tracagnotto, e porta i capelli rasati a zero. Ha appena sputato per terra e nell’attesa del fischio arbitrale, tanto per passare il tempo, si trastulla il pisello da sopra i pantaloncini. Così ad occhio e croce Geki lo archivierebbe nella sezione dei macellai, quei giocatori con i piedi a ferro da stiro che per tutta la partita cercano di affettarti polpacci e caviglie e che, come dice suo padre, ti seguono anche in cesso.
A proposito di papà, è seduto sui gradoni della tribunetta e fuma nervosamente, neanche fosse la finale dei Mondiali. Al suo fianco l’osservatore del Cesena sta parlando al cellulare. E mentre l’arbitro fischia l’inizio delle ostilità Geky sente salire l’ansia.  
Strano, ma dopo venti minuti ha già il fiato corto e i polpacci molli come se qualcuno gli avesse succhiato via tutte le energie. E quando per l’ennesima volta il macellaio non abbocca alle finte e gli scippa il pallone si domanda, che diavolo mi sta succedendo?
Ovviamente anche il signor Benni si rende conto che oggi Geki non c’è con le gambe ma soprattutto con la testa, e, rivolgendosi all’osservatore che nel frattempo sta prendendo appunti su un block notes, cerca di giustificarlo, “Purtroppo ha avuto 39 di febbre proprio ieri ed è sotto antibiotico”. Subito dopo, all’ennesimo contrasto perso dal figlio, scatta in piedi e urla, “Eddai cazzo, tira fuori le palle!”.
Poi verso la fine del primo tempo ecco che Geki riesce a liberarsi dalla morsa del macellaio con uno splendido doppio passo e si invola verso la porta. Sta per entrare in area quando il macellaio rinviene e si getta in scivolata colpendo con i suoi tredici tacchetti la caviglia del numero 10. Mentre l’arbitro fischia la punizione dal limite e sventola il cartellino giallo al terzino, Geki si rotola a terra tenendosi la caviglia.
Il signor Benni allora si fionda come una furia verso il reticolato che delimita il campo e comincia a gridare con la vena del collo che pulsa, “Arbitro cornuto è rigore!”  quindi rincara, “Somaro!”.
Si girano tutti verso di lui, giocatori, guardalinee, dirigenti e allenatori. Tutti tranne Geki che rimane a terra dolorante.
Dopo l’intervento del fisioterapista e una spruzzata di ghiaccio spray riesce a rimettersi in piedi ma la caviglia si è gonfiata e deve rinunciare a quella punizione dal limite, uno dei suoi pezzi forti.
Calcia Manuel, alle stelle, e subito dopo l’arbitro fischia la fine del primo tempo.
A bordo campo il signor Benni continua a urlare come un invasato, “Somaro!”.
Nello spogliatoio, durante l’intervallo, Geki prova a saltellare ma la caviglia fa un male cane. Il mister Gianni che lo sta osservando già da un po’ per capire le sue condizioni gli si avvicina, gli appoggia una mano sulla spalla e chiede, “Te la senti di continuare?”.
“Certo mister” risponde Geki ostentando sicurezza.
“Guardami negli occhi” insiste Gianni, “sei sicuro?”.
“Giuro! Tutto a posto!” ed esce dallo spogliatoio cercando con tutte le sue forze di non zoppicare.



Lo so che vi lascio di nuovo con l’amaro in bocca ma scoprirete l’esito della partita solo nella prossima puntata. Stesso giorno, stesso posto, stesso blog!

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