CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI
Seconda parte
Valeria si dondola sulla
vecchia altalena arrugginita nel giardino dei ciliegi. Ha impiegato almeno
un’ora per truccarsi e trovare il coraggio di indossare quella gonna a vita
alta che le lascia scoperta una buona porzione di gamba. E ora che si tocca
quel grumo di cellulite che le circonda la coscia come un salvagente, si sente
a disagio.
Guarda l’orologio, le
due e dieci, Mattia è in ritardo e Valeria, da pessimista qual è, comincia a
pensare che il suo amore le ha dato
buca. Si sente sfortunata come i protagonisti delle canzoni dei Modà, il suo
gruppo preferito. Fissa lo scorcio di azzurro tra i rami del ciliegio e poi la
parete del vecchio asilo abbandonato su cui campeggiano frasi di ragazze
disperate, falli giganti e svastiche.
Il rumore di uno scooter
rompe il silenzio, “Eccolo!”, pensa Valeria con le mani che le sudano e il
cuore che le batte fino in gola.
Decide di fare la
distratta per non sembrare quella che è in spasmodica attesa. Ma se ora sta
scorrendo la home page di facebook con le dita che le si appiccicano allo
schermo del cellulare è solo perché non si sente per nulla pronta a incrociare
quello sguardo magnetico. Sente i passi farsi sempre più vicini ma non solo dal
davanti, anche da dietro, come se i Mattia si fossero moltiplicati. Ormai non
le resta che alzare lo sguardo ma proprio quando sta prendendo coraggio sente
una mano afferrarle i capelli. Lo strattone è talmente secco e inaspettato che
Valeria perde l’equilibrio, cade dall’altalena, all’indietro, e si ritrova
supina con i suoi capelli rossicci inzuppati nel terriccio. La botta si fa
sentire subito e si propaga dal sedere fino alla cervicale come una scossa
elettrica. Per fortuna è riuscita ad attutire la caduta con le braccia
altrimenti avrebbe sbattuto la testa e sarebbero stati guai peggiori.
“Ma che caz…” non fa in
tempo a finire la frase che si ritrova addosso tre sagome ad oscurare i raggi
di luce che filtrano tra i rami del ciliegio.
Una è la Bellini che con
un’espressione schifata si sfila una ciocca di capelli rossicci che le sono
rimasti in mano, un’altra è Eloisa che maneggia una bottiglia e con un ghigno
famelico sta incitando la terza, la Casadei, a riprendere tutto con quel kazzo di telefonino.
“Che cavolo vogliono da
me?” pensa Valeria che sbatte le palpebre per non scoppiare a piangere,
“Mattia, dov’è Mattia? Io aspetto Mattia” ripete dentro di sé.
E’ la Bellini a prendere
la parola, “Lo sai che non si va attorno ai ragazzi delle altre?”.
Valeria comincia a
tremare, le scappa la pipì forte forte, le succede sempre così quando si
emoziona. Riesce a farfugliare solo un “Ma io…”.
“Ah, fa anche la finta
tonta” interviene la Casadei con il cellulare puntato sulla ragazza stesa per
terra.
“Allora, con chi è che ti
dovevi vedere?”, la Bellini alza il tono della voce e rifila un calcio nel
costato a Valeria a cui per un attimo viene meno il respiro.
“Allora? Ne vuoi un
altro?” rincara sempre la Bellini.
“Con… con Mattia” azzarda con voce tremante Valeria.
Ed è così che le tre
ragazze scoppiano a ridere come se avessero appena ascoltato una delle battute
stupide di Giacomino Sampiero, il ragazzo handicappato della loro classe.
Cosa succederà ora a
Valeria? Per scoprirlo vi aspetto qui, stesso giorno, stesso posto, stesso blog.
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