CONSIDERAZIONI NOTTURNE E DINTORNI
Quando le telecamere di Sky lo inquadrano valuto che Jimmy Marconi non è poi cambiato un granché. Certo, ora ha due stempiature che sembrano le piste di atterraggio di Fiumicino e un bel faccione gonfio da antidepressivo triciclico. Però con quegli occhi celesti, il naso alla francese e la bocca carnosa per me rimane sempre e comunque l’Alain Delon del Bar Leo, anche se sono passati parecchi anni.
Che poi in realtà a
Borello era conosciuto da tutti come Il Bomber.
Mi sembra di sentire
ancora il rombo della sua Cagiva Mito che inchioda davanti al Bar Leo e lui che
scende con una delle sue fighine,
come chiamava quelle ragazze da sballo che si portava dietro.
E le fighine erano uno dei suoi chiodi fissi.
Ogni volta che vedeva me e il mio gruppo di dodicenni segaioli spolettare tra
flipper e biliardino ci chiedeva, Qualche
fighina?, e noi sconsolati scuotevamo la testa e allora lui ci diceva, Non è che mi diventate froci?.
Ma il grande chiodo fisso
del Bomber era il calcio. A dire il vero era un fenomeno e il suo grande sogno
era di giocare nella Juventus. Gli anziani di Borello sentenziavano che un ragazzo
così talentuoso in vita loro non l’avevano mai visto ed erano convinti che forse
forse era più forte anche di Roberto Baggio. Vi assicuro che il sabato
pomeriggio quando giocava Il Bomber le tribunette del campo sportivo erano
gremite. Gli spettatori venivano anche da fuori per godersi questo ragazzo di
diciassette anni, bello come Alain Delon, che deliziava la platea con colpi di
tacco, rabone, sombreri e goal da cineteca.
Poi una domenica di
settembre, era il lontano ’89, al Bar Leo eravamo tutti a bocca aperta di
fronte a “Novantesimo minuto” mentre Baggio con la maglia della Fiorentina
saltava come birilli i giocatori del Napoli fino a depositare il pallone in
rete. Al termine del servizio Il Bomber prende la parola e promette di fronte
all’intero parterre, Un giorno farò
anch’io un goal così!
E l’occasione per mantenere
quella promessa era arrivata durante la partita più importante della sua ancora
breve carriera: la finale regionale Cesena – Borello. Non si era mai vista così
tanta gente da queste parti come quel giorno, tra tifosi accalcati sulla
tribunetta e attorno al campo, talent scout del Cesena e di altre squadre di
serie A in giacca e cravatta, occhiali da sole a goccia e sigaretta in bocca.
Il nostro Bomber sta giocando una
partita meravigliosa e mancano una manciata di minuti al termine con il
risultato inchiodato sul 2 a
2. Ecco che prende palla dalla propria area di rigore e scarta uno dopo l’altro
i difensori avversari, di fronte ormai c’è solo il portiere e il nostro lo salta con un doppio passo da
campione. Avrebbe segnato un goal storico se un difensore non fosse intervenuto
in scivolata impedendogli di siglare la rete della vittoria ma soprattutto
fratturandogli tibia e perone. Mi sembra di sentirle ancora le urla demoniache
del Bomber tanto che qualcuno del pubblico proponeva di chiamare un esorcista
ancor prima che un’ambulanza.
E da quel drammatico giorno
Jimmy Marconi qui a Borello non si è più visto, si diceva che subito dopo il
grave infortunio fosse sprofondato in una forte crisi depressiva e la famiglia
si fosse trasferita in una città di mare.
Non si è più visto,
almeno fino a oggi.
Infatti sto guardando su
Sky Juventus – Cesena mentre un giocatore della Juve sta sistemando la sfera
per battere una punizione. E’ proprio in quel momento che un tifoso a petto
nudo e con la pancetta sfugge ai controlli, si presenta in campo, si impossessa
della palla e scatta con un’eleganza da campione verso la porta difesa dall’estremo
difensore del Cesena. Spuntano stewart e poliziotti da ogni dove ma lui li
dribbla tutti e dribbla anche il portiere con un doppio passo che mi ricorda
qualcuno e infine deposita la palla in rete. Non fa in tempo a esultare che le
forze dell’ordine gli saltano addosso e lo riempiono di botte. La curva della
Juve fischia contro i poliziotti, vorrebbe concedere il giusto tributo a quel
tifoso così talentuoso e addirittura mi sembra di sentire un coro: Bom-ber Bom-ber!
Quando i cameramen lo
inquadrano e i telecronisti gli danno del delinquente io invece vorrei
ringraziare il nostro Bomber per i
due insegnamenti che oggi mi ha regalato.
I sogni prima o poi si
avverano, basta crederci.
C’è ancora chi mantiene
le promesse.
Grazie Bomber!
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