lunedì 6 luglio 2015

Eccoci arrivati alla nostra rubrica del lunedì in compagnia di Riccardo e dei suoi turbamenti.

LO PSICOLOGO NON SERVE A NIENTE?

Terza parte


“In questa settimana ho pensato molto a questa storia della colpa” esordisce Riccardo, “e ricordo di essermi sentito molto responsabile per la separazione dei miei”.
Oggi appare lievemente più tranquillo dello scorso colloquio e non so perché ma sembra che abbia anche un’espressione più matura.
“Mia mamma diceva sempre che i primi anni non dormivo e non mangiavo” continua Riccardo, “e che li ho fatti impazzire…”.
“Credi che questa sia stata la causa della separazione?” intervengo io.
“Ora non lo so ma quando ero alle elementari ricordo di aver pensato una cosa del tipo, magari se fossi stato un bambino migliore i miei ora starebbero insieme”.
“Come ti ho detto l’altra volta, tu eri un bambino e non era tuo compito tenere insieme due persone che non andavano più d’accordo”.
Ecco che Riccardo riprende a torturarsi le unghie, “Questo sto iniziando a capirlo… ma poi ci sono altri fatti”.
“Me li vuoi dire?”.
“E’ che anche quando si sono separati mi mettevano in mezzo, devi dire questo a tuo padre, devi dire questo a tua madre, e poi mia mamma parlava sempre male di mio padre, sempre!”. Ora Riccardo ha gli occhi lucidi di rabbia e il suo tono si impenna, “Sai cos’ho pensato questa settimana? Che quello là è uno stronzo, un bastardo e come dice mia mamma mi ha abbandonato, ma ho bisogno di vederlo, cazzo!”.
Scoppia a piangere, singhiozza e ansima come se fosse riemerso dopo una lunga apnea. Lo lascio sfogare e gli dico “Ti capisco”.
Quando si ricompone mi chiede scusa e scuote la testa, “No, dottore, non mi puoi capire. In queste settimane ho pensato molto e mi sono ricordato un fatto che avevo rimosso, come dite voi psicologi. Un anno e mezzo fa ho detto a mia mamma, voglio chiamare il babbo. E lei sai cos’ha fatto? Si è messa a piangere, ha cominciato a dire che ero un ingrato e come mi veniva in mente di chiamare quel bastardo che ci aveva abbandonato. Poi si è corretta e ha detto, che mi aveva abbandonato”.
“Forse si è sentita abbandonata anche lei… E comunque è normale che tu abbia voglia di vederlo e deciderai tu quando ti sentirai di fare questo passo”.
“E’ che mi sento come strappato, anche se lo odio mi rendo conto di aver bisogno di lui ma se lo cerco mi sento in colpa nei confronti di mia mamma”.
“Credo che con il tempo anche mamma possa accettarlo ma per prima cosa devi accettare tu di aver bisogno di vederlo”.
“Forse hai ragione… prima di venire qui da te era come se quello là non esistesse nemmeno poi all’improvviso mi sono reso conto che lo volevo vedere e ti assicuro che ancora sono arrabbiato con me stesso… come faccio ad aver bisogno di incontrare una persona che mi ha abbandonato?”.
“Riccardo, credo che la risposta sia dentro di te”.


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